2-Aginter Presse

Come diceva Guérin- Sérac , e come dicono i manuali dei servizi segreti francesi, la caratteristica del massacro è che colpisce le masse. Il terrorismo colpisce la folla. Si colpisce la persona disarmata per suscitare terrore. »

 

Avevamo nel precedente articolo lasciato due giornalisti italiani a Lisbona, alle prese con un misterioso archivio, che veniva loro soffiato da sotto il naso da qualcuno stranamente pronto ad intervenire con immediatezza perché quei documenti sparissero.

I Giornalisti de L’Europeo, rientrati in Italia con il parziale ma già cospicuo bottino di documenti che erano riusciti a fotografare, scrivono quindi un articolo, che apparirà nel Novembre 1974, dal titolo :

“Siamo entrati nel carcere di Lisbona e abbiamo fotografato i documenti proibiti”

La propensione al titolo d’effetto non è esclusiva della ‘era di Internet’ :).

Riassumeva le caratteristiche dell’agenzia Aginter Presse in questo modo, essa era:

  • Un’agenzia di stampa che diffondeva, stampava e propagandava idee naziste in tutto il mondo, in specie Europa ed Africa.
  • Un’agenzia di reclutamento e addestramento di mercenari, terroristi e sabotatori per operazioni di caos pianificato, allo scopo di minare le fondamenta dei governi democratici, scopo apertamente dichiarato.
  • Una centrale di spionaggio ufficialmente legata ai servizi segreti portoghesi, e tramite essi a quelli degli altri paesi occidentali.
  • Il cervello e il luogo di incontro di una organizzazione internazionale che ha tirato le fila dell’eversione in questi anni.

Incerti e Ottolenghi avevano centrato il segno; l’agenzia era la camera di compensazione tra politica internazionale e bombe nelle piazze, tra operazioni ‘pulite’ e operazioni ‘sporche’, aveva legami e connessioni tentacolari, da Berlino a Washington, da Roma a Parigi, e sua era la gestione delle azioni che dovevano restare senza paternità; lo scopo era combattere il comunismo nel mondo; il suo mezzo non lasciava tracce di sé.

Missione che ora possiamo dire ben riuscita : era il tempo di Pasolini e del suo “Io so; io so ma non ho le prove”.

Di altri protagonisti di quei tempi e delle loro trame ed azioni, a posteriori abbiamo potuto sentire la voce -per esempio Licio Gelli-  vedere che legami avevano, conoscerne dichiarazioni, a volte incriminarli, ci sono insomma noti; ma dei protagonisti e gestori della Aginter risulta tuttora difficilissimo conoscere tutti i volti (si, a volte persino i volti, proprio nel senso che risulta difficile reperirne anche le fotografie), i legami, i finanziatori, e sono riusciti a risultare ‘scomparsi’, irreperibili anche se inseguiti da mille rogatorie per decenni, e a volte anche adesso. Spariti nel nulla, come l’archivio di Caxias che conteneva quei documenti sequestrati.

Del suo capo, Guerin Serac, sino a qualche anno fa si conosceva solo una foto in cui era ritratto quasi di spalle con altri camerati; si conoscevano il nome della moglie e di altri familiari, gli estremi di nascita e la sua carriera come militare. Nel ’95 Repubblica ne cita il nome vero, Yves Felix Marie Gouillon, cita l’esistenza di una foto troppo sfocata per essere utile ad una identificazione, e ne segnala la presenza nel ’82 in America Latina, a reclutare anticomunisti.

Qualche passo avanti però negli ultimi decenni è stato fatto, e tra i meritevoli di questa ricerca c’è Andrea Sceresini, di cui seguiamo il lavoro di giornalista investigativo in questa avventura a puntate; Sceresini ha usato sia mezzi fisici che le possibilità che la rete offre, oltre alla progressiva desecretazione di documenti; quindi ha viaggiato, incontrato testimoni e pentiti in galera, e ha incrociato i dati disponibili in archivi e procure, spostandosi dalle Canarie alla Bretagna, a Madrid e Siviglia.

Ecco un breve elenco dei personaggi che appariranno in questa carrellata:

  • Guerin Serac/Ives Gouillon; nasce in Bretagna il 2 Dicembre del 1926; militare in Corea, Indocina e Algeria, va poi a far parte del OAS, lo ritroviamo in Portogallo con l’Aginter, poi alla caduta del regime fugge in Spagna, poi in America Latina, nel 2002 risulta avere casa a Tenerife, poi sparisce nel nulla, recentissimamente dichiarato morto in una clinica privata per anziani in Francia.La ricerca ha reperito alcune sue foto,e ritrovati i dossier della sua attività militare.
  • Jean Marie Laurent, nome di battaglia Lafitte; francese, nato nel ’39, ex dirigente OAS, numero due della Aginter Presse e il suo teorico. Negli anni 60 organizza diverse azioni di contro-guerriglia nelle ex colonie africane, arrestato nel ’68, rimane un anno in prigione. Esperto di esplosivi, viaggia in Italia subito prima della strage di Piazza Fontana, incaricato di tenere i contatti con i neofascisti italiani; lui è stato reperito e ha rilasciato dichiarazioni, che vedremo, accettando di raccontare in parte la storia della Aginter.
  • Daniel Laurent; del ’45, francese, vive tra Portogallo e Francia, fratello di Jean Marie, collaboratore della agenzia.
  • Jean Denis Raingeard de la Bletiére; del 42, nazionalità francese, teneva i contatti tra l’agenzia e i servizi segreti americani.
  • Robert Henry Leroy; belga, del 1908, durante la seconda guerra mondiale si arruola nelle Waffen SS, è uno dei principali collaboratori sin dalla fondazione della agenzia, fondamentale nella sua strutturazione, si occupa in particolare delle infiltrazioni nei gruppi di estrema sinistra e anarchici, e lo vedremo anche attivo nella infiltrazione presso rappresentanze dei paesi comunisti in Europa (clamoroso il caso cinese), fu coinvolto nella strage di piazza Fontana.

Incontreremo poi:

  • Roberto Cavallaro; agente del Sid (  Servizio Informazioni militare italiano dal ’66 al ’77), ed esponente della Rosa dei Venti, detta anche ‘SID parallelo’, coinvolta nel Piano Solo ( vedi note). Partecipa ad un campo di addestramenti nel Vosgi, frequentato da agenti di vari servizi di paesi occidentali, in cui si insegna la guerra non ortodossa ed a cui partecipa anche Aginter Presse; tra le azioni che si progettano c’è la famosa “Blue Moon” -di cui si parlerà- operazione di marca statunitense volta a diffondere l’uso dell’eroina nei gruppi di estrema sinistra europei, con il fine ‘destabilizzare per stabilizzare’.
  • Vincenzo Vinciguerra; militante di Ordine Nuovo, autore della strage di Peteano, condannato all’ergastolo, durante la latitanza ha conosciuto Guerin Serac in Spagna.
  • Stefano delle Chiaie; leader di Avanguardia Nazionale, collabora con Serac in una serie di azioni
  • Pierluigi Concutelli; estremista di destra, fa parte della rete spagnola di Guerin Serac, che lo manda in Angola per dar vita alla contro-guerriglia anticomunista.
  • Guido Salvini; magistrato, giudice istruttore, ha fatto riaprire le indagini su Piazza Fontana, e riconosciuto il ruolo di Aginter Presse.
  • Luc Jouret; militante belga di estrema destra, fonda con Joseph di Mambro una setta neo-templare in cui sarà coinvolto Serac, celebre per la sua fine tragica ed eclatante, anche questa, così come il neotemplarismo legato alla estrema destra, le sue connessioni con traffici illegali internazionali, e le sue relazioni con altre sette esoteriche e religiose autrici di attentati e assassinii mirati nel mondo, sarà oggetto di un capitolo di questa serie.

https://it.wikipedia.org/wiki/Piano_Solo

https://it.wikipedia.org/wiki/Rosa_dei_venti_(storia)

 

Ma facciamo una breve digressione…

Quel che si può subito notare dall’elenco dei collaboratori e fondatori noti della Aginter, è che il milieu culturale in cui sono cresciuti, e che continuavano ad avere come punto di riferimento, non era solo il nazifascismo (che era ‘l’orizzonte della giovinezza’, insomma), ma soprattutto quello delle ideologie legate alle guerre coloniali.

Nel dopoguerra, quando si disfano gli imperi coloniali e molte colonie acquistano la loro indipendenza, nessuno dei nostri protagonisti accetta il nuovo assetto mondiale.

Li troviamo in qualche modo prima arruolati in corpi militari impegnati in Indocina o in Nordafrica, e poi due dei principali li vediamo anche essere membri del OAS.

Riassumiamo cosa fu, quindi.

La OAS, acronimo per ‘Organisation de l’Armée Secréte’, nasce in un momento cardine della storia del dopoguerra francese, dal cuore dell’esercito che fu ultra-nazionalista e, non di rado, sostenitore di De Gaulle. Non si tratta quindi strettamente di una organizzazione ‘fascista’ o di ex petainiani collaborazionisti dalla ideologia prettamente nazifascista, anche se in essa saranno coinvolti molti individui con quel tipo di passato.

Le guerre coloniali sono, sempre e da sempre, guerra particolarmente ‘sporche e senza remore’, e quasi sempre protagonisti di questo tipo di repressione del paese coloniale verso movimenti di indipendenza della colonia sono dei ‘corpi speciali’ dell’esercito, autorizzati anzi spesso preparati appositamente per condurre anche operazioni sporche, molto spesso fortemente ideologizzate in senso razzista.

Questo non era un fatto inedito, nella seconda metà del ventesimo secolo, ma nel secondo dopoguerra si aggiunge un elemento nuovo;  la spinta all’indipendenza, in Nord Africa come in molta parte dell’Asia coloniale ( così come poi spesso i governi dei paesi di recente indipendenza), sempre più si avvicina ad una ideologia socialista (quando non comunista di tipo cinese o sovietico), e questo avviene quasi sempre (non ci sarebbe neanche bisogno di chiedersi come mai); benché i sovietici o i cinesi lavorassero per avvicinarsi a questi paesi, nella maggioranza dei casi non era quella influenza a determinare il socialismo cui erano improntati i movimenti anti-coloniali dalla fine degli anni ’40 del secolo scorso, ma la stessa natura del socialismo, la sua storia, la sua tradizione anti-colonialista, e la relativa vicinanza di certi concetti con il portato delle strutture sociali tradizionali dei paesi in questione; infine era necessario creare in questi paesi una cultura politica alternativa a quella, vissuta comprensibilmente come oppressiva ed ingiusta, ereditata dai paesi che ne furono i dominatori; la scelta era quindi contemporaneamente razionale ed anche fortemente emotiva, possibile sia nelle generazioni anziane, che in quelle giovani, cresciute già in parte fuori dal mondo ‘coloniale’. Molte infatti furono le elaborazioni politiche, i mille diversi ‘socialismi’, che questi paesi crearono, interpretando una tradizione occidentale alla maniera indonesiana, cingalese, indiana, keniota…e via elencando esempi. (Ci fu anche, specie in Oriente, una simpatia verso gli  USA, nell’immediato dopoguerra, a causa del DNA anti-coloniale che era nella storia statunitense , e a volte fu alla costituzione americana che guardarono i primi legislatori dei paesi di nuova indipendenza, ma non fu maggioritaria e spesso tramontò presto, a causa della aggressività di approccio degli americani stessi, e della politica ben descritta dal testo che sotto è citato come suggerimento di lettura. La guerra di influenze vide vincitori diversi nei diversi paesi…con le buone o con le cattive, diciamo.)

Una vera spina nel fianco delle potenze liberali coloniali europee, e del nuovo imperialismo americano. Tra la fine degli anni ’40  e gli anni ’70 si svolse, letteralmente su scala mondiale, una guerra di influenze in tutti i paesi ex coloniali, dal Brasile all’Indonesia; una guerra che ha fatto milioni di morti, o ‘anonimi,non ufficialmente rivendicati’, o ‘morti in scontri e guerre civili interne’; una guerra in realtà provocata, finanziata e guidata da diverse nazioni ‘del mondo libero’, in prima fila gli Stati Uniti e la Francia. Riguardo alla politica estera degli USA in quegli anni c’è, se volete approfondire, l’interessante e completo “Il Metodo Giacarta” ( la nascita della politica del ‘regime change’, e la ‘strategia del caos’).

https://www.einaudi.it/catalogo-libri/storia/storia-moderna/il-metodo-giacarta-vincent-bevins-9788806248864/

A noi però  adesso  interessa la Francia; caratteristica della colonizzazione francese, specialmente in Nord Africa, era la fortissima presenza di cittadini della madrepatria sul suolo coloniale, e la forte integrazione tra essa e le sue colonie, specie per quel che riguarda proprio l’Algeria, che era integrata nella amministrazione francese come regione della stessa Francia, e non ‘terra di colonia’.

L’Algeria era per la Francia il cardine di una occupazione coloniale si, ma non solo; lo era anche del’influenza che essa aveva scelto di avere su tutto il continente africano, anche al di fuori dei suoi possedimenti; influenza che mantiene tutt’ora, se solo ricordiamo le recenti vicende del Mali, o il  ruolo svolto nella storia del Ruanda, o la dittatura di Bokassa…gli esempi sono infiniti, e nota è la vicenda del franco CFA.

Quando nel primo dopoguerra si sviluppa un forte movimento indipendentista algerino, con una vera e propria guerriglia e una adesione numerosissima degli algerini stessi, la Francia reagisce militarmente, come anche fece in Indocina, e una vera e propria guerra si sviluppa tra il 1954 e il marzo del 1962; una guerra senza scrupoli, come quelle che già avevano caratterizzato il Maghreb anche in occasione della guerra contro i ribelli sostenuta dagli spagnoli negli anni 20 in Marocco. Quelle guerre in cui atrocità, torture ed abusi sono la regola, e ben poco ‘onore guerresco’ si pratica. Il FLN nella sua azione di guerriglia sbarca anche su suolo europeo francese con una serie di attentati, che determinano una ondata revanchista e nazionalista (con il forte appoggio dei ‘pieds noirs’, i francesi residenti in Algeria) e il ritorno di De Gaulle al governo, e l’inizio della V repubblica, nel 1957.

La Francia si dà un ordinamento fortemente presidenzialista e cerca ‘l’Uomo Forte’ che reprima e distrugga le spinte indipendentiste, dopo la sconfitta nella guerra di Indocina.  Anche l’esercito, recentemente umiliato in Asia, accetta e teorizza una guerra nuova, la strategia della ‘contro-guerriglia’, il cui fine era principalmente il controllo, con ogni mezzo possibile -materiale o psicologico, legale o illegale,confessabile o da occultare- della popolazione civile, prima ancora di quello di scontrarsi con un nemico ufficiale ed armato.

E’questo, il panorama in cui cresce la cultura politica e si affinano le competenze di Serac e Laurent.

De Gaulle aveva sostenuto la guerra ‘sino all’annientamento del FLN’ e per il mantenimento del possedimento coloniale algerino, consentendo o ‘non impedendo’ torture, arresti di massa, rappresaglie con uccisioni di migliaia di civili; ma la ribellione non si fermò, e diede luogo ad imponenti manifestazioni anche pacifiche e ad episodi leggendari, pilastro di ogni epica dell’ anti-colonialismo, come l’assedio di Algeri (a noi noto anche per lo splendido film di Gillo Pontecorvo), e la questione fu discussa alle Nazioni Unite nel 1960.

Il generale francese però, da Presidente, dopo aver sostenuto che sarebbe rimasto fermo sulle sue posizioni (L’ Algeria è francese), una volta rieletto si volse gradualmente verso una posizione di trattativa, che sfociò nel riconoscimento della legalità del FLN.

La saldatura tra nazionalisti, estremisti di destra, fascisti e ammiratori del nazismo, colonialisti e anticomunisti avviene in quel momento anche nell’esercito francese (che aveva comunque una lunga tradizione di estremisti di destra, di antisemiti, di ‘suprematisti bianchi’…insomma, non si era fatto mancare niente); de Gaulle era diventato un traditore della Patria, e degli interessi della sua nazione…nonché ovviamente della Sacra Missione dell’Uomo Bianco Occidentale, quella di ‘civilizzare’ e ‘governare il Mondo’.

E’ in quel momento che membri dell’esercito che avevano già combattuto in Indocina e Algeria si unirono per fondare un corpo paramilitare illegale, con l’intenzione di combattere sia gli indipendentisti algerini che il governo gollista francese, e nacque l’OAS.

Nacque, come atto di fondazione,  in Spagna; particolare significativo se ricordiamo che in Spagna governava il nazionalista -e fascista- Francisco Franco. Anche il Caudillo la sua carriera la aveva fatta in Marocco, che fu protagonista di una ribellione alla Spagna negli anni ’20, età in cui un giovane ufficiale di nome Franco maturava la sua cultura politica e le sue ambizioni…e da lì, dal Marocco, infatti era partito per la riconquista della Spagna alla ‘giusta causa’, nella Guerra Civile Spagnola.

A proposito di guerre coloniali spagnole, una immagine terribile di cosa fu la guerra del Rif, degli anni ’20.

soldati spagnoli durante la Guerra del Rif

In Francia (e ovviamente in Algeria) l’OAS mise a segno una serie di gravi attentati che insanguinarono il paese, e diversi attentati anche alla vita dello stesso De Gaulle.

La prima vittima eccellente dei sicari dell’Oas fu l’avvocato Pierre Popie, assassinato a pochi giorni di distanza dalla nascita dell’organizzazione terroristica. Popie, presidente del Movimento Repubblicano Popolare, era uno dei più noti patrocinatori della causa dell’indipendenza ed era l’autore dell’iconico motto della guerra civile “L’Algérie française est morte“.

A maggio, quattro mesi dopo l’eliminazione di Popie, l’OAS avrebbe mietuto un’altra vittima eccellente: Roger Gavoury, capo della polizia francese nella capitale algerina e uomo di punta dell’Eliseo in loco. Il movente? Una soffiata aveva avvertito Salan, Lagaillarde e Susini che Gavoury aveva cominciato ad indagare sulle ramificazioni dell’Oas in Algeria.

Entro l’aprile 1962, in un solo anno e mezzo di attività – attentati, bombe, omicidi mirati, sparatorie indiscriminate – , l’OAS sarebbe stato responsabile di almeno duemila morti e oltre quattromila feriti. Numeri indicativi di qualcosa: era in corso una guerra nella guerra.

A partire dal 17 marzo 1962, data dell’omicidio dell’intellettuale e capo spirituale della guerra civile algerina Mouloud Feraoun, le attività dell’OAS nel fronte algerino avrebbero cominciato ad incontrare una più dura e violenta opposizione da parte dei locali. E a partire dal 22 agosto dello stesso anno, data di un fallito attentato ai danni di Charles de Gaulle, per l’OAS sarebbe stato l’inizio della fine.

Segno del mutamento dei tempi, dell’avvio ineluttabile del tramonto, fu la condanna a morte di Jean Bastien-Thiry, l’attentatore di de Gaulle. Bastien-Thiry, giustiziato l’11 marzo 1963, sarebbe passato alla storia come l’ultimo detenuto di Francia a morire per fucilazione.

https://insideover.ilgiornale.it/schede/storia/oas-i-terroristi-che-dichiararono-guerra-all-algeria-e-alla-francia.html

Dopo il riconoscimento della legittimità del FLN, e gli Accordi di Evian che sancivano il cessate il fuoco, nell’estate dello stesso 1962 l’Algeria ottiene infine l’indipendenza; durante il periodo successivo l’OAS realizza una impressionante serie di attentati sanguinosi, nella convinzione che avrebbero ottenuto prima il decadimento del cessate il fuoco, e poi una ribellione del Pieds Noirs alla decisione della madrepatria.

Obiettivo fallito, anche perché probabilmente furono anche quegli attentati, con le loro conseguenze, a spingere i francesi di Algeria ad un esodo di massa verso la madrepatria europea. Il più famoso esempio della rabbia algerina causata anche da quelle azioni fu il Massacro di Orano, in cui il giorno stesso dell’indipendenza furono linciati ed uccisi centinaia di pieds noirs, da nazionalisti algerini.

https://it.frwiki.wiki/wiki/Massacre_d%27Oran

 

La Francia stessa si impegnò nel catturare, processare e condannare a morte molti appartenenti all’OAS, agendo anche tramite il suo esercito stesso; le condanne in genere poi furono tramutate, e una amnistia per molti di loro arrivò da parte di De Gaulle, nel 1968.

Ma la ‘scuola della guerra non convenzionale’ era stata fatta, le conoscenze conseguite, i legami internazionali giusti si erano costruiti, quelli precedenti con l’esercito ‘lealista’ francese rotti per sempre; e si era radicata la convinzione che la perdita delle colonie, e della potenza del ‘bianco europeo’, fosse dovuta in fondo al proliferare della mortifera ideologia ‘socialista’ ovunque nel mondo; che era quello il vero mostro da combattere, per salvare non solo la ricchezza, la preminenza politica e la stessa identità occidentale, ma anche l’intera “Civiltà” da un imminente ritorno alla ‘barbarie’, e che quella lotta non poteva essere condotta fidando negli strumenti spuntati della democrazia inclusiva, e neanche nella mollezza dei governi occidentali…ma che solo una ristretta élite di ‘menti superiori’, unita ad una manovalanza fidata ed alla inconsapevole complicità di molte comparse e forze politiche (non sempre, inconsapevole..), sarebbe riuscita a vincere quella Santa Crociata.

Una vera Missione, dunque, sia tattica, che strategica, che culturale; sia materiale sul campo, che spirituale nelle menti.

Quella élite, quella Tavola Rotonda di Paladini, quel consesso di Illuminati, avrebbe avuto nella Aginter Presse la sua punta di diamante in Europa.

La foto in apertura si riferisce ad un incontro preliminare che, negli anni ’60, sarebbe avvenuto alle Baleari tra membri del’ OAS, pensatori di destra eversiva di diversa provenienza internazionale, ed ex esponenti della Cagoule, movimento fascista francese degli anni 30 il cui fine era il rovesciamento della Terza Repubblica, e che fu coinvolto nell’assassinio dei Fratelli Rosselli.

Insomma, le radici di questo fenomeno eversivo sono lontane, ma la guerra fredda e la fine degli imperi coloniali, nel secondo dopoguerra diede una nuova veste ad una guerra che aveva anche una sua mitologia, una sua visione cosmologica e ‘spirituale’, una serie di riferimenti culturali ( che approfondiremo più avanti), i suoi pensatori, i suoi generali, e anche una buona serie di braccia pronte alla bisogna e di finanziatori occulti che ne apprezzarono le finalità ed i possibili risultati.

 

-Continua-

 

Note:

L’esperienza del OAS non è rimasta senza epigoni, anche in tempi recentissimi, in Francia.

https://www.leparisien.fr/faits-divers/groupuscule-dultradroite-oas-le-parquet-antiterroriste-demande-un-proces-09-04-2021-RZANTHHGL5BNDHKOKQPLIUMSXI.php

Il franco CFA

https://www.internazionale.it/notizie/andrea-de-georgio/2020/05/28/africa-franco-cfa

La Guerra del Rif

https://www.wikiwand.com/it/Guerra_del_Rif

Bokassa

https://www.google.com/search?q=MBokassa&rlz=1CAUAVB_enIT1022IT1022&oq=MBokassa&aqs=chrome..69i57j46i13i131i433i512j0i13i512l5j46i13i512j0i13i512.3798j1j7&sourceid=chrome&ie=UTF-8

La Guerra d’Algeria

https://insideover.ilgiornale.it/schede/guerra/guerra-dalgeria-storia-di-un-conflitto-che-ha-cambiato-i-destini-del-mondo.html

Le operazioni del OAS:

https://www.storiaverita.org/2022/06/27/crimini-di-stato-le-operazioni-homo-dei-servizi-segreti-francesi-la-guerra-di-indipendenza-algerina-la-quinta-repubblica-gli-omicidi-mirati-del-dgse-e-delloas-e-la-sfor/

Sulla Cagoule:

https://it.wikipedia.org/wiki/Cagoule

Sul ruolo francese nella recente tragica storia del Ruanda, si possono leggere gli articoli in archivio sul sito, di Capri, che sono completissimi ed esaustivi, oltre che molto belli.

Sull’incontro alle Baleari, qui appena accennato:

https://guerremoderne.com/lacheroy-apres-aux-baleares-de-loas-a-linternationale-noire/