Calicanto

Il titolo di questo articoletto è una decisa presa di posizione contro quei malevoli che attribuiscono e che cambiano i nomi alle piante facendo scelte che spaziano dal ridicolo (come mesembriantemo, che mi vien da rispondere “Tu e tuo nonno”) all’imbarazzante (come rincospermo, che sembra il nome di una malattia che si contrae indulgendo in pratiche irripetibili) all’ingiurioso.
E questo è il caso dell’infelice pianta che ho scelto come fiore del giorno, ché il suo primitivo nome di Calycanthus (per una volta tanto abbastanza bello e poetico) è stato cambiato in Chimonanthus, che pare un interrogativo ingiurioso, uno di quelli che nei tempi andati poteva portare a duelli sanguinosi dietro a conventi di religiose sprovviste di calzature.
E allora l’Ape, che da sempre non intende soggiacere a queste tristi imposizioni, si ribella e questa piantuccia continua a chiamarla ‘calicanto’, come ha sempre fatto.
Il calicanto è un arbusto a foglia caduca abbastanza banale durante la primavera, l’estate e l’autunno, ma in inverno si trasforma in un punto d’attrazione del giardino grazie all’inebriante profumo dei suoi fiori, che sono piccoli e dall’aspetto dimesso ma che si fanno ‘sentire’ anche a grande distanza; come dico sempre, le piante non fanno i fiori per far piacere a noi e i frutti perché noi ci si possa fare la macedonia, ma per essere impollinate eqquindi per potersi riprodurre, e il calicanto usa un sistema per attrarre gli impollinatori che è estremamente gradevole anche per noi umani.

Pubblicato da Bee

Ape per scelta e antigrillista per DNA, ama parlare di sé in terza persona, spargere serenità e buffezza e raccontare le meraviglie del mondo che ci circonda.