Cosa abbiamo imparato in 100 anni?

Il 4 Novembre 1918, con l’entrata in vigore dell’armistizio di Villa Giusti, firmato il giorno precedente tra Italia e Impero Austro-Ungarico, terminava ufficialmente la Grande Guerra sul fronte Italiano (sul fronte franco tedesco le ostilità cessarono una settimana dopo con l’armistizio di Compiègne). Un conflitto che causò decine di milioni di morti, e le cui conseguenze si protrassero fino al conflitto mondiale successivo e oltre (es. avremmo avuto un’Unione Sovietica se non fosse stato per la Prima Guerra Mondiale?).

Soldati Italiani a Trento, 3 Novembre 1918

Questo articolo è volutamente breve: ci piacerebbe che i viandanti della Kasbah portino qualche riflessione tra i commenti. Cosa vi ha colpito della Grande Guerra? Cosa abbiamo imparato a fare o a non fare più? Siamo persone migliori di quelle di 100 anni fa? Quali pensieri vi inducono le storie di trincea, le visite alle fortificazioni, la contemplazione dei sacrari? Avete ricordi in famiglia legati al conflitto? Ci sono libri o film sull’argomento che ritenete d’interesse?

Voglio contribuire e la mia riflessione è questa: rimango sempre atterrito quando rileggo di come migliaia di giovani, poco più che adolescenti, siano stati mandati in battaglia, spesso morendo inutilmente durante sortite militari totalmente folli, magari solo per guadagnare 100 metri di linea di confine che spesso il giorno dopo ritornava indietro.

Soldati pronti a posizionare il filo spinato in una cartolina dell’epoca

D’altronde la Grande Guerra è stata, dal punto di vista militare, lo spartiacque tra un modo di combattere ottocentesco, fatto di cavalleria e soldatini col fucile, e il conflitto moderno, fatto di mitragliatrici, filo spinato e aviazione. Dove il logorio della vita di trincea, che a inizio conflitto ha visto anche episodi surreali come la Tregua di Natale, ha lasciato il posto alla guerra meccanizzata dei carri armati e alla guerra chimica con l’iprite. Certo, la guerra è sempre stata un incentivo all’innovazione, ma quanto ci siamo innovati noi come esseri umani? Forse allora ancora poco, forse abbiamo dovuto sobbarcarci anche un secondo, e molto più sanguinoso, conflitto mondiale per provare ad elevarci moralmente. O forse no, forse oggi le guerre si combattono con i mezzi dell’economia, dello sfruttamento, della segregazione. Non uccidono direttamente, e forse ci sentiamo meglio perché non ne cogliamo subito le conseguenze. Se qualcuno muore in un campo profughi non ci fa lo stesso effetto del cecchino che spara in fronte al nemico.

E d’altra parte sono ottimista: io credo che abbiamo una considerazione per la vita umana tutto sommato maggiore di quella di secoli fa. O di uno solo. Ci saranno ancora periodi bui? E’ più che probabile, ma ne usciremo meglio.

Se ne usciremo, ovviamente.