Cos’è la kasbah?

Cos’è una kasbah?

Si può traslitterare anche in qasba, o casbah, ma il suo significato non cambia: è un luogo che protegge un’oasi e garantisce la sua integrità, un luogo di incontro per i viaggiatori, dove riposare membra stanche dopo un lungo viaggio, sorseggiare un tè alla menta, condividere il vino che altri viaggiatori hanno portato, fumare la shisha e chiacchierare del mondo.

La nostra kasbah è nata per caso, dal bisogno di creare un posto accogliente per i visitatori ma che protegga dall’aridità del deserto e dai suoi predoni. Anche la nostra kasbah, insomma, vuole proteggere un’oasi. I primi abitanti si sono incontrati, molto tempo fa, in un altro rifugio.
Ora hanno sentito il bisogno di percorrere un tratto di strada insieme, per cercare di creare un luogo che altri visitatori dallo spirito affine possano trovare accogliente. Non importano le idee e le divergenze tra di esse, importa la volontà di confrontarsi e di non prendersi troppo sul serio, perché…

Questa è una kasbah di tolleranza!¹

La nostra kasbah è multiculturale e non ha religioni. Ha però una santa protettrice, Cunegonda, e il suo animale simbolo: l’armadillo. Una grande leggenda circonda questi personaggi non è ora il momento per raccontarla. Ha una porta, ed è molto grande: permette a molte persone di entrare e la sua fortificazione le protegge. Consente anche, però, di estromettere i malintenzionati e tenerli all’esterno.

La nostra kasbah non ha un capo autocratico, ma le decisioni vengono prese da un gruppo di viaggiatori. Questo non significa che le decisioni non ci siano, però, solamente che (almeno speriamo) siano ragionevoli e condivise.
Questa kasbah non ha una linea politica prestabilita. Vogliamo però che sia un luogo dove alberghino il buon senso, la razionalità, il rispetto. Pseudoscienze e complottismo non troveranno spazio qui, così come il disprezzo di arti e cultura. Non ci sarà luogo neanche per razzismo e discriminazione. Primariamente la kasbah è un rifugio e chi è in difficoltà va aiutato senza guardare il suo colore o la sua provenienza.
La kasbah non ha neanche uno statuto. L’avete già sentita questa, vero? Però stavolta è vero. Non c’è, uno statuto: neanche finto.

I contenuti dipendono dai visitatori e dagli abitanti della kasbah, siano essi umani, armadilli o santi. Non ci sono limiti ai temi che si possono discutere qui, se non il rispetto del prossimo. Chiunque abbia un’idea per una collaborazione, una sezione del sito o qualsiasi altra miglioria potrà proporla nell’apposita sezione.

Gli altri viaggiatori potranno semplicemente commentare, dopo aver letto il regolamento affisso alla porta d’ingresso.

E ora? Bando alle ciance, e via alle chiacchiere!

 

Note

  1. Citazione dal Film “Totò Le Moko” di C.L. Bragaglia, 1949