(Questo articolo è già apparso altrove. Lo ripostiamo, con qualche piccola modifica, in occasione della annuale Giornata della Memoria.)

Siamo all’annuale ‘Giorno della Memoria’, e tutti sanno cosa sia, e cosa voglia ricordare.

In quella immane, indimenticabile tragedia, mi piace porre un accento su una faccenda che negli ultimi anni è in corso di approfondimento, avendo comprensibilmente subito una parziale censura per molti decenni dopo la fine dell’ ultima guerra che ha coinvolto il mondo intero, ma soprattutto l’Europa , i suoi popoli e le sua cultura.

E’ forse l’ aspetto più difficile, e controverso, e meno apparentemente eroico (e neanche quello puro della vittima al macello) ; è un risultato, tuttavia, che si arrivi a parlare di quello, perchè vuole dire che siamo usciti dalla contrapposizione retorica, e stiamo entrando in quello della ‘digestione’ .

Parlo di coloro che per molte circostanze, spesso casuali, furono scelti dai nazisti per essere tramite della gestione della deportazione, o della ghettizzazione ; erano spesso ebrei, e spesso sono stati accusati di collaborazionismo.

La dinamica della Soluzione Finale non è stata concepita tutta in un solo momento, ma è stata frutto di una elaborazione durata qualche anno.

E’ finita ad essere così: prima ti levo i diritti , poi la casa, il lavoro e ti confisco i beni, poi ti relego, poi ti deporto e poi ti elimino fisicamente.

In questo lungo processo era necessario, cioè utile logisticamente, avere un referente che gestisse i relegati; qui vengono nominati i ‘decani’ , o ‘consiglio degli anziani’; in pratica un certo numero di persone note alla comunità ebraica locale, spesso anche ‘rabbi’, che costituissero un gruppo, con un capo,con lo scopo di gestire il rapporto con chi comanda, che comunque sono nazisti.

Questa struttura, fintamente consultiva, era prevista ovunque si relegassero gli ebrei in un ghetto ( gli altri, nel senso non ebrei, neanche avevano questa fase intermedia di sterminio…come i Rom, che erano deportati in campo di sterminio subito).

Particolarmente interessò l’enorme area che va dal mondo balcanico a quello scandinavo.

Era in gran parte dovuto alla importanza economica e culturale che le comunità ebraiche avevano da secoli rivestito, in molte aree e citta; ergo non si poteva farli fuori così in un unico momento di distrazione o in un unico sterminio cruento (e ci si provò a volte, ma gli stessi carnefici non ressero il peso) , ma si doveva stemperare lo sterminio, non allarmando la comunità internazionale, e il resto sarebbe venuto con la vittoria degli ‘ariani germanici’, su tutti i fronti in cui erano impegnati.

Si formano quindi ghetti, che prevedevano prima la depauperazione di ogni diritto per le popolazioni ebraiche ( geneticamente, prima ancora che ‘religiosamente’…bastava un genitore ebreo ed eri dentro il mirino);  si crea una anagrafe apposita, e quelli che ci stanno sono nel vortice della negazione di tutti i diritti legali e costituzionali.

Ma non è ancora la ‘soluzione finale’; in quella area, che è la relegazione , agiscono quelli di cui volevo parlare.

La occasione me la dà la recente distribuzione di un film- documentario, che si chiama ‘L’ ultimo degli Ingiusti’, dello stesso autore del monumentale ‘Shoah’, Claude Lanzmann, di cui è una parte precedentemente stralciata.

Ovviamente è in aperta polemica con il Giardino dei Giusti, a Gerusalemme.

E’ una lunga intervista al direttore, l’ultimo dei tre che ci sono stati, del ghetto cosiddetto ‘modello’ , di Terezin- Theresienstadt.  Siamo in Boemia, zona di confine tra popolazioni di cultura slava e di cultura tedesca.

Perchè la vita di quest’uomo è interessante?

Perchè quello che pensa lo dovrebbe essere?

Perchè spiega cosa accade, quando in una situazione più grande di te, che non puoi controllare, qualcosa diventa ‘l’unico potere’.

Si chiamava Murmerlstein, e prima di finire a fare il capo di un ghetto nazista, era studioso notissimo di Talmud, e rabbino molto stimato, a Vienna.

Proprio lì venne in contatto con il famoso ‘ragioniere dello sterminio’, Eichmann, quando ancora non era così quotato nella gerarchia nazista.

Anzi…il ‘banale ragioniere dello sterminio’ ( definizione della Arendt) , voleva lezioni di cultura ebraica per rendersi esperto in materia ( nella speranza di fare carriera) , e proprio quel rabbino gliele diede.

Finì dunque Murmelstein ad essere ‘ebreo di rango’ o come dice lui, ‘di serie A’.

Ecco perchè  finì nel ghetto modello di Terezin, dove andavano gli ebrei che avevano contatti con qualcuno ‘fuori’, o abitavano in un mondo latamente germanico ( non andò così per quelli francesi, ad esempio, e comunque per quelli di zone non germaniche, fino alla fine, quando invece ci arrivò di tutto, con le famose ‘marce della morte’),  e che si temeva potessero essere rivendicati, o di cui si  paventata che si potesse denunciare la sparizione.

Terezin servì qualche volte come facciata, ma non fu diverso da qualsiasi altro ghetto nazista; semplicemente si prestava anche per la sua struttura, che era non di baracche nel nulla, o un coacervo di vecchie fatiscenti case in un angolo di città occupata, ma un intero piccolo abitato, che una volta era di caserme ed edifici militari. Sembrava quasi ‘civile’, insomma…ma non era diverso, per la fame e le malattie e la sovrappopolazione, dagli altri ghetti.

In quel periodo, ci fu una campagna che favoriva la emigrazione, per gli ebrei tedeschi  ( la soluzione finale non era ancora chiara neanche nella mente dei nazisti); molti con denaro o parenti, si misero in fila alle ambasciate straniere, per espatriare; tutti quelli che potevano a causa di una qualche loro parentela, o preminenza intellettuale od economica.

Murmerlstein no, anche se era  ‘ebreo di grande rango’.

In quanto rabbino, il suo dovere religioso, per lui, era di stare con la sua comunità, sebbene fosse un espatriabile subito, e richiesto anche da molte università nel mondo per la sua competenza ; ecco perchè finì a Terezin, e come ‘decano’…perchè era secondo lui suo dovere etico.

Adesso, ci tocca di capire perchè la vita di quest’uomo ci riguarda; e per farlo dobbiamo sapere come era il ghetto di Terezin.

Era un campo di concentramento in cui però non era previsto lo sterminio diretto, e che, data la situazione tragica di depauperamento cui erano sottoposto i ‘fuori casta’, nel mondo germanico di allora, veniva considerato a volte anche il meno peggio…ma non è che ci fosse molta scelta; o così o l’eliminazione per insubordinazione, sul posto.

Cosa fa quindi, uno che lo deve gestire?

Ci sono molte scelte, tutte tragiche e definitive;  molti scelsero di farsi ammazzare subito, piuttosto che continuare quella tragica commedia .

Murmerlstein no; decise che doveva fare qualsiasi cosa, pur di far sopravvivere quelli che potevano vivere, perchè secondo lui il rischio per il ‘suo’ ghetto era che non sopravvivesse neanche quello , e che tutti in massa, fossero deportati al campo di sterminio…anche quelli che potevano ancora vivere, ed aspettare la fine della guerra, anche se in mezzo alla tragedia , alla perdita dei cari, ed alla ferocia.

Quindi si impegnò, anche con vere e proprie farse, come ad esempio ‘abbellire’ il ghetto, perchè doveva arrivare la Croce Rossa…ben sapendo che intanto le persone morivano di tifo ( artatamante scelto dai nazisti, come forma di sterminio passivo, perchè portato dai deportati di altri campi).

Decise di decidere ( non è una svista) , insieme ai nazisti, chi sarebbe stato deportato e ucciso, o direttamente ucciso, e chi sarebbe rimasto; per lui era ‘meglio quelli , che la totale demolizione di Terezin, che comportava la deportazione di tutti verso la morte immediata.

Queste comunque è la sua spiegazione.

Ovvio dunque, che poi la sua figura sia oggetto di accuse e di recriminazioni ; non ha neanche ricevuto il passaporto per Israele. Non è stato ascoltato al processo contro Eichmann, che fu punto epocale della guerra israeliana contro i criminali nazisti, e fu Israele a non volerlo come testimone; eppure ne aveva, da dire…

Qui arriviamo al punto che solleva il rabbino Murmerlstein, ed è un punto che è perfettamente ‘talmudico’; quando Dio si dimentica di te, tu devi dimenticarti delle persone che credono in lui, per seguire solo lui?

Devi immolarti come agnello sacrificale, mantenendo la purezza, per piacere a questo dio che si dimentica di te, o devi, per i principi che comunque ha stabilito quel dio, per quel suo patto fatto con l’uomo, cercare di aiutare la tua comunità di umani, per quello che puoi fare, anche in mezzo alla tempesta?

Si può ‘lavarsene le mani’, o fare gli eroi morendo, o i puri scappando?

E’ meglio così…e se si, per chi?

Se le circostanze ti dicono che non puoi vincere, cosa fai?

Segui gli eventi adattandoti anche a costo di compromessi a volte molto dolorosi, per provare a far vivere più persone possibili, o fai il santo martire facendoti ammazzare subito?

Il talmudista Murmerlstein dice che decise che non si poteva, e che era più forte il rapporto tra uomini, della purezza o della giustizia ; decise che meglio se si sporcava le mani…ma qualcosa, la sopravvivenza di qualcuno, la avrebbe portata a casa, anche a costo di peccati terribili.

Decise quindi che Dio, il suo dio, era meno importante degli uomini figli di quell’Adamo che quel dio aveva fatto, dandogli il mondo come eredità da gestire.

E qui arrivo al punto che trovo particolarmente interessante, e che in se stesso è scandaglio utile, per capire una cultura che avevamo ( i nostri nonni avevano) , dietro casa, e che poi una guerra feroce e tragica, ci ha tolto improvvisamente.

La cultura ebraica, è l’unica, tra quelle monoteiste ‘del libro’, a credere spesso che l’uomo è più importante del suo dio, o almeno che quello con un dio è un rapporto dialettico in cui ambedue le parti rivendicano ragioni e torti, in un dialogo costante e per niente sottomesso.

Paradossale vero? Eppure di prove ce ne sono ; compreso le cause che i rabbini askhenaziti facevano a dio; a noi pare assurdo, ma a loro no.

Funziona così; “C’è un patto Dio? lo abbiamo fatto? Bene, se lo seguiamo…perchè tu poi fai quel che ti pare oltre ogni senso di quel patto ? Hai torto tu. Fine della causa, abbiamo vinto. La Colpa è tua”.

Ma anche senza quella, ci potrebbe bastare ‘Qoelet’ (  ‘Colui che si leva a parlare in Assemblea’…da noi è l’Ecclesiaste, ma lo hanno un bel po’ modificato), con tutto il suo grido al suo ‘dio’, e tutta la sua spietata lucidità.

Ne ho postato un pezzettino sotto.

‘Qoelet’, è il padre anche di Murmelstein, anche se magari non è così consolante dirselo.

(Ovvio che ‘dio’ non ha mai risarcito le vittime della sua fraudolenta condotta…ma ditemi se un musulmano, od un cristiano, riuscirebbero a concepire una cosa simile!)

Ecco perchè un talmudista potrebbe ritenere che si debba agire in mancanza di un dio e ‘solo per gli uomini’, adattandosi a qualsiasi circostanza. Ecco perchè dice ‘mi potete condannare, ma non mi potete giudicare’.

Non ditemi che la cosa non è ‘poetica’, o meglio che non fa pensare.

Spero di essere riuscita anche solo un po’, a far capire la complessità, ed anche la bellezza, di quel mondo; vorrebbe essere un piccolo tributo, in questa giornata in cui si ricorda cosa hanno patito, loro e tanti altri con loro.

Ora vi consiglio di ascoltare, semplicemente, questo.

 

poi, qui ci sono gli altri link

http://www.ucei.it/giornodellamemoria/news.asp?id=17

http://it.wikipedia.org/wiki/Shoah_%28film%29

http://it.wikipedia.org/wiki/Campo_di_concentramento_di_Theresienstadt

http://www.repubblica.it/esteri/2014/01/19/news/l_ingiusto_la_storia_del_rabbino_benjamin_murmelstein_accusato_dagli_ebrei_di_aver_collaborato_con_i_nazisti-76336425/

http://www.rassegna.it/articoli/2015/01/26/118232/lultimo-degli-ingiusti

http://exodus.jimdo.com/

http://www.chgs.umn.edu/news/centernews.php?entry=412201

http://www.mymovies.it/film/2013/thelastoftheunjust/

http://it.wikipedia.org/wiki/Qoelet

http://www.adelphi.it/libro/9788845916502

http://archiviostorico.corriere.it/2001/novembre/04/QOHELET_strano_profeta_che_amava_co_0_0111047510.shtml

http://it.wikipedia.org/wiki/Klezmer

per quanto riguarda le causa del tribunale ebraico ( erano regolari, nella zona polacca e baltica, per antica definizione dei rapporti tra locali cristiani ed ebrei), non sono riuscita a trovare link, ed aggiorno appena lo trovo, ultimamente ho letto che ci ha provato anche qualche mattacchione protestante, ovviamente con  archiviazione della pratica.