Marzo

Siamo quasi alla fine di questo Marzo così strambo, ma non potevo lasciarlo passare senza alcune note e, per gli avventurosi di campagne e raccolte selvatiche, una ricetta.

Il ritardo è dovuto al tanto lavoro per recuperare le lunghe giornate perse sotto la neve. La speranza di postare primule, narcisi, anemoni e fiori primaverili, è finita sommersa in un mare di bianco, di fango, di ghiaccio.

Per il colore, che c’è, essendo improvvisamente scoppiato tutto attorno, dovrete aspettare la rubrica d’Aprile 🙂

Fauna.

La nuova luce, l’aumento delle temperature insieme all’irrigazione di neve e pioggia dopo un Febbraio inusualmente secco, ha risvegliato le campagne. Finocchietti, tarassaco, bietole selvatiche e ortiche fanno capolino ovunque. Le api iniziano a nutrirsi del polline dei susini e ciliegi selvatici in fiore e tanti sono gli insetti contenti dell’inizio della Primavera, incluse le prime farfalle.

Puntuale all’alba il coro degli uccelli:capinere,  cinciallegre, merli, cardellini, gazze, corvi, taccole, piccioni, colombe…tutti a chiamarsi a vicenda, discutere la giornata, arrangiare rametti, piume, lanugine, muschio e fango per futuri nidi. Belle melodie o striduli suoni, la cacofonia  degli uccelli a Marzo, dopo il silenzio invernale, è un’annuale meraviglia.

Brutta foto della gazza ( ma quanto sono grandi? ) che ogni mattina ‘pascola’ nel prato in cerca di rametti per il nido, protetta dallo sguardo del suo compagno in vedetta sui rami:

Piante e erbe selvatiche nelle campagne di Marzo.

Fossimo nel sud Italia vi inviterei a raccogliere mazzetti di giovani e teneri steli di tarassaco ( Taraxacum officinale ) prima che il fiore si schiuda, per poi mangiarli come facevamo da bambini, guastandone il delizioso sapore e buttando via il bocciolo. O raccogliere e aggiungere alle insalate le foglie nuove, piene di vitamine e minerali. Ma è un tipo di tarassaco che qui non si trova. C’è  quello amarissimo dalla corolla larga e i doppi petali, in Sardegna chiamato “ Papanzolu ‘e sa colora “, il tarassaco delle vipere, forse per distinguerlo dall’altro più appetibile.

Non è velenoso, è solo amaro. Da voi quale cresce, come lo usate?

Questa pianta ( Arum maculatum ) invece è velenosa; evitate di raccogliere erbe commestibili che crescono vicine o, se lo raccogliete per la curiosità di osservarlo meglio, lavatevi bene le mani. Qui è chiamata “Lords and Ladies “ per via dell’aspetto del fiore che, secondo alcuni, richiama insieme i genitali maschili e femminili. Interessante che questa velenosa pianta sia pure considerata simbolo dell’atto sessuale…

Belle, profumate e commestibili, si schiudono a Marzo le violette ( Viola odorata, Viola riviniana e Viola canina ).

Se volete crescerle in giardino o in vasi nel balcone, aspettate qualche mese e ‘rubatene ‘ i fiori andati a seme. Ne bastano due o tre, ogni ‘sacca’ contenente numerosi semi. Distribuiteli liberamente in luoghi o vasi tenuti umidi e in semi-ombra.    Sempre in zone ombrose e umide, in questo mese inizia a crescere l’aglio selvatico ( Allium ursinum ). Ricercato e costosissimo nei ristoranti delle grandi città, qui si trova in grandissime quantità. Sarà la pianta per le ricette di Aprile.

Per Marzo invece…Zuppa di ortiche!

L’ortica ( Urtica dioica ) contiene numerosi minerali, vitamine e fibre e in tempi più poveri era spesso usata come verdura per nutrienti zuppe. Perché non raccoglierla ora che è fresca! Perché punge, direte voi. Perché  è davvero irritante. Per raccoglierla e prepararla ci vogliono i guanti di gomma. Per renderla una zuppa deliziosa, ci vogliono gli ingredienti e le istruzioni di sotto:

Ingredienti:

500 grammi di foglie di ortica ( niente steli, sono duri e inutili ) ben lavate.

30 grammi di burro o olio d’oliva.

Una piccola cipolla, pulita e finemente tritata.

2 spicchi d’aglio, puliti e schiacciati.

Un pizzico ( una gratuggiatina a piacere ) di noce moscata.

2 cucchiai di farina.

500ml di latte

300ml di brodo ( pollo, manzo, vegetale, scegliete voi ).

Sale e pepe.

Istruzioni:

Due pentole capienti. Nella prima mettete dell’acqua a bollire; raggiunta la bollitura versateci le ortiche e fate cuocere per 4 minuti. Scolatele e passatele in acqua fredda per raffreddarle e mantenere il bel colore verde. Lasciatele riposare nello scolapasta così da eliminare più acqua possibile.

Nella seconda pentola fate scaldare il burro ( o l’olio ) e fate cucinare a fuoco medio la cipolla con un pizzico di sale, finché morbida e lucida.

Aggiungete l’aglio e la noce moscata, mescolando bene per alcuni minuti. Aggiungete la farina e continuate a mescolare bene per due o tre minuti. Aggiungete gradualmente il latte, a piccole dosi finché non raggiungete una crema liscia e  senza grumi, poi versatelo tutto, seguito dal brodo.

Mescolate bene e cucinate fino ad avere un cremoso liquido.

Spegnete la fiamma e aggiungerete le ortiche ben scolate ( premetele bene, così come fareste con degli spinaci ) e mescolate.

Fate raffreddare, frullate fino a ottenere una zuppa cremosa ( aggiungete del brodo o ancora un po’ di latte se troppo densa ); assaggiate e aggiungete, se necessario, sale o pepe.

Riscaldate ( non fatela bollire! ) e servite in ciotole accompagnate con pane tostato e imburrato o buon pane fresco.

Se le ortiche non vi ispirano, è tempo di cercare i primi finocchietti selvatici. Meravigliosi aggiunti a stufati di carciofi, io li adoro nel minestrone: il sapore di casa 🙂

Buon fine Marzo e buon appetito.