Migrazioni matrimoniali in Asia: la storia di una ‘famiglia globale’

[Immagine di copertina della CNN]

Per l’esame di Sociologia dei Paesi Asiatici mi è stato affidato un essay del quale produrre una presentazione per i crediti d’esame. La tematica di cui parlava mi è rimasta impressa e col tempo ho avuto modo di approfondirla e vorrei condividerla con voi amici della Kasbah: le migrazioni matrimoniali in Asia, partendo dal caso specifico del cinese signor Yong.

I flussi migratori

Hongfang Hao, della Kyoto University, ha raccontato la storia di una ‘famiglia globale’ nel suo paper A Tale of a Global Family: Shifts and Connections among different streams of Marriage Migrations in Asia. Ci troviamo nella Cina rurale del nordest, in particolare nel Fanghzeng, dove vive Yong, un uomo di 32 anni. La sua ‘famiglia globale’ incarna perfettamente l’intensificarsi di migrazioni matrimoniali da e verso la Cina, in quanto sua moglie Mei, vietnamita, è divorziata da un uomo della Corea del Sud e le sorelle di Yong sono sposate con un sudcoreano e un giapponese e vivono all’estero.

L’articolo mette in luce come i diversi flussi di migrazioni matrimoniali siano interconnessi:

  • Dalla Cina al Giappone;
  • Dalla Cina alla Corea del Sud;
  • Dal Vietnam a Taiwan;
  • Dal Vietnam alla Corea del Sud;
  • Dal Vietnam alla Cina;
  • Dall’Indonesia alla Corea del Sud…

Queste sono le più comuni rotte migratorie matrimoniali, lungo le quali si spostano le sole donne.

Le connessioni avvengono in modi differenti, sia per rapporto interpersonale (la figlia della vicina di Yong ha sposato un uomo in Giappone, e ora cerca un marito giapponese per un’amica) sia tramite mediazione e pagamento grazie ai cosiddetti marriage broker, i quali organizzano matrimoni commercially arranged. Questo tipo di matrimonio è un prodotto della globalizzazione e rispecchia il gap sempre più ampio tra nazioni più e meno ricche, nonché l’inuguaglianza di genere sia localmente che globalmente.

File:Traditional chinese wedding 003.jpg - Wikimedia Commons

Matrimonio cinese tradizionale (Wikimedia Commons)

 

Un nuovo ruolo per la Cina

Proseguendo nelle sue ricerche, l’articolo si concentra principalmente sulla connessione tra persone, denaro, lingua e informazioni che si spostano tra paesaggi locali e globali, mostrando come dal 2009 sempre più uomini nella regione del Fanghzeng abbiano contratto matrimoni con donne vietnamite, mentre le donne cinesi sono migrate verso Giappone e Corea del Sud. In questo caso, la Cina si trova in una fase di transizione per cui è vista ancora come paese in via di sviluppo (motivo per cui le donne si spostano in Paesi più ‘ricchi’), ma al contempo ha generato un flusso che attira migranti matrimoniali da altri Paesi.

Da Paese che invia marriage migrants a Paese che li attira, dunque, grazie ad un aumento della presenza economica cinese.

Questi flussi sono particolarmente forti proprio nel Fanghzeng, luogo in cui si svolge la vicenda dell’articolo. Sito nel nord-est della Cina, è una provincia piccola, apparentemente ordinaria, ma al contempo unica: è ancora adesso disseminata di insegne e cartelli giapponesi e presenta numerosissimi uffici di cambio valuta con lo yen. Questo perché, storicamente, era parte della Manciuria giapponese, e porta con sé diverse storie di spose di guerra (Zanryu-fujin 残留婦人) e orfani di guerra (Zanryu-koji 残留孤児), abbandonati in Cina dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale e mai fatti entrare in Giappone (se non, in alcuni casi, dopo il 1972). Tutto ciò ha creato un network di famiglie allargate.

Secondo dati del 2010, la regione contava 230.000 abitanti, di cui 38.000 all’estero, e di questo numero ben 35.000 erano in Giappone! A sottolineare l’interconnessione con il resto dell’Asia, ben 48.000 tra i cittadini del Fanghzeng hanno parenti che risiedono all’estero.

Contea di Fangzheng - Wikipedia

Contea del Fanghzeng

Conseguenze a livello locale

Come spiega l’articolo, dal 2009 sempre più uomini del Fanghzeng hanno iniziato a sposare donne straniere (soprattutto vietnamite) e sempre più donne cinesi hanno lasciato il Paese in cerca di matrimoni più convenienti, in alcuni casi divorziando dai mariti in Cina per cercare una vita più ricca altrove. Ciò ha generato una difficoltà per gli uomini cinesi a sposarsi: è un Paese che tradizionalmente fa emigrare le spose, e il numero di donne che abbandonano la Cina aumenta sempre di più.

Ma le conseguenze a livello locale non si fermano a questo, e comportano un aumento dei costi di matrimonio, per cerimonie e doti, e un aumento del potere di negoziazione da parte delle donne, che non si accontentano più, ben consapevoli della fortuna trovata da amiche e parenti in Giappone o in Corea del Sud. Lo stesso Yong, il protagonista del nostro essay, non riusciva a sposarsi e non vedeva che donne che abbandonavano il Paese e i mariti. Per riuscire ad attirare una sposa cinese, spiega, è necessario molto denaro e un certo prestigio, come il poter vantare di aver fatto viaggi all’estero, di aver studiato fuori dal Paese, di poter mantenere un certo tenore di vita.

Questo non è chiaramente sostenibile dai più, che si rivolgono ai marriage brokers per l'”importazione” di donne dal Vietnam.

Sorge anche una nuova responsabilità familiare e sociale per le donne: sposate all’estero in Stati più ricchi, sono più libere di fare lavori part-time e inviano denaro in Cina per mantenere le proprie famiglie: i left behind men sono infatti coloro che ricevono benefici dalle sorelle sistematesi all’estero, e lo stesso Yong ha ricevuto soldi dalla sorella per potersi sposare con Mei! I broker, tra l’altro, sono particolarmente costosi.

File:Chinese couple in wedding attire at Temple of Heaven.jpg - Wikimedia  Commons

Matrimonio cinese (Wikimedia Commons)

Più di un rovescio della medaglia

Dalle donne che ‘se ne vanno’ ci si aspetta il successo, ci si aspettano i soldi, ci si aspetta anche che non ritornino indietro. Il matrimonio sudcoreano della vietnamita Mei è naufragato e al suo ritorno in patria ha ricevuto pressioni sociali altissime, tali da spingerla a contrarre un nuovo matrimonio in Cina il prima possibile.

Inoltre, spesso queste ‘spose migranti’ sono isolate e in condizioni tremende, picchiate o stuprate dai nuovi mariti; dei problemi di questi matrimoni interculturali parla anche Persi in Corea in un suo video.

Non sempre le donne conoscono esattamente dai broker il proprio futuro, vengono illuse di venir portate in Giappone e poi si ritrovano in Cina, o vengono ridotte a schiave in casa a curare gli anziani parenti del nuovo marito, senza conoscere la lingua e senza riuscire ad avere grossi contatti con l’esterno, faticando così ad integrarsi.

 

Questo articolo è uno spunto di conversazione su un tema che ritengo interessante, ma non sono una sociologa e ho sicuramente lasciato indietro qualcosa! Se aveste domande, spunti, cose da aggiungere, bene accetti! 🙂

Fonti

  • A Tale of a Global Family: Shifts and Connections among different streams of Marriage Migrations in Asia di Hongfang Hao, Kyoto University
  • Persi in Corea
  • Lezioni di Sociologia dei Paesi Asiatici

Pubblicato da Kitsune

七転び八起き。