Rosa Pierre de Ronsard

Eccomi qua con la nuova puntata dedicata all’evoluzione del gusto per lo stile delle rose nei giardini: dopo avervi parlato della rosa che ha dato inizio alle rose moderne (o HT che dir si voglia) e della rosa moderna più famosa del mondo, eccovi la rosa che ha cambiato il gusto del pubblico e che ha ormai soppiantato, per lo meno per l’utenza più all’avanguardia, le classiche HT: la Pierre de Ronsard.
Interessante è notare che anche la Pierre, come l’HT più famosa del mondo, Madame A.Meilland, è una creazione della ditta Meilland, che si conferma in grado di offrire al pubblico quello che maggiormente ne incontra il gusto, anche se a volte può aver bisogno di qualche aiuto dall’esterno: pare infatti che la Pierre fosse stata ottenuta all’inizio degli anni Ottanta del Novecento ma che fosse stata tenuta da parte perché ritenuta poco adatta al gusto del momento, e che sia stata immessa nel mercato (nel 1987) solo dietro l’insistenza di un importante cliente tedesco di Meilland che la vide fiorita e che si stupì assai che una simile rosa non fosse stata ancora presentata al pubblico.
C’è da dire che all’inizio degli anni Ottanta del Novecento il gusto per le rose ha iniziato a cambiare, forse per una sorta di saturazione per la forma un po’ rigida delle HT, e si è spostato a favore di forme più antiche e morbide, e questo grazie anche al fondamentale contributo che in questo campo ha dato David Austin, il quale fin dagli anni Sessanta del Novecento aveva iniziato a creare ibridi che unissero la forma delle rose antiche alla rifiorenza delle rose moderne, e la Pierre è arrivata sul mercato in un momento in cui questo era pronto per una rosa di forma antica, morbida e piena, a cui si univa una buona rifiorenza (anche se le fioriture successive sono meno copiose della prima):

Grazie alle rose di David Austin (che vengono anche chiamate “rose inglesi” da quando Austin cominciò a brevettarle), e anche grazie alla Pierre, oggidì tutte le ditte di ibridatori più famose hanno delle serie di rose che uniscono alla forma antica la rifiorenza moderna: “Generose” di Gullot, “Romantiche” di Meilland, “Nostalgiche” di Tantau, “Toscane” di Barni e così via, ma nessuna di queste pur magnifiche varietà ha la diffusione che incontra la Pierre, al punto che nessun vivaio di rose, sia pur piccolo, manca di tenerla in assortimento.
È forse inutile dire che neppure le rose Austin, né tantomeno la Pierre, incontrano la piena approvazione dei puristi di questo amatissimo fiore: scrive infatti Guido Giubbini nel numero 33 della rivista Rosanova a proposito delle rose Austin “…il difetto più grave di queste rose è che sanno di falso, come dei mobili antichi rifatti o dei mobili finto rustici.”
Quanto a me, amo molto la Pierre e depreco soltanto la sua totale assenza di profumo, e forse anche un pochino il suo avermi ‘ingannata’ sul suo vigore, ché la mia ingenua intenzione era quella di metterla vicina ad una panchina di pietra perché ne costituisse ornamento, e invece mi son trovata a doverne contenere con mezzi drastici l’esuberanza:

Ma si sa che l’eccessivo vigore è un ‘peccato’ che si perdona sempre volentieri.

 

Pubblicato da Bee

Ape per scelta e antigrillista per DNA, ama parlare di sé in terza persona, spargere serenità e buffezza e raccontare le meraviglie del mondo che ci circonda.