Savorgnan

Nella sua massima espansione, dopo i Longobardi, l’influenza del Patriarcato di Aquileia, comprendeva l’intera attuale Slovenia, il Friuli e a ovest una gran parte del Veneto, con Verona e Trento, espandendosi fino a Como. Fu parte integrante del Sacro Romano Impero fino al 1077, quando l’imperatore Enrico IV scese in Italia per farsi revocare la scomunica da papa Gregorio VII (l’umiliazione di Canossa) il quale, pur ritirando la scomunica, non annullò la dichiarazione di decadenza dal trono, per cui Enrico si scontrò con una rivolta di nobili, vedendosi sbarrare ogni passo alpino durante il rientro in Germania. Il Patriarca Sigeardo di Beilstein, bavarese come l’imperatore, fu l’unico che gli concesse di passare.

 

Estensione del Patriarcato di Aquileia sotto i Franchi
Estensione del Patriarcato di Aquileia sotto i Franchi

 

Per la fedeltà dimostrata, Sigeardo ottenne dall’imperatore Enrico IV, che nel frattempo era riuscito a ristabilire la sua autorità imperiale, l’investitura feudale di Duca del Friuli, Marchese d’Istria e il titolo di Principe, costituendo quindi il Principato ecclesiastico di Aquileia, feudo del Sacro Romano Impero e, cosa piuttosto rara per i ducati dell’epoca, godeva di unità territoriale, creandone di fatto uno Stato “indipendente”, pur legato all’impero: la Patria del Friuli, come amano chiamarlo gli storici regionali. Durante i suoi tre secoli e mezzo di indipendenza, i Patriarchi germanici dominarono un popolo di contadini attraverso la prevaricazione della piccola aristocrazia locale. (Non ci fu mai un Patriarca espressione della nobiltà locale, ma tutti tedeschi, quindi “Stato indipendente” riveste un significato lato). Il distacco fra la classe dominante e la plebe fu talmente ferrea, che il popolo non acquisì mai le lingue del potere come il latino e il tedesco, ma conservò attraverso i secoli la lingua friulana, ampliamene parlata tutt’oggi.

 

Patriarcato di Aquileia o Patria del Friuli
Patriarcato di Aquileia o Patria del Friuli

 

Dopo la vittoria di Carlo Magno sui Longobardi, nel 777 fu istituito il Parlamento del Friuli (uno dei più antichi e longevi d’Europa, che venne mantenuto anche dopo la conquista veneziana, fino alla sua soppressione da parte di Napoleone) in seno al quale il casato dei Savorgnan si distinse come possessore del castello di Savorgnano, da cui il nome (oggi Savorgnano al Torre) ottenendo in tal modo da Carlo Magno baronie e feudi. Nel tempo la famiglia si divise in diversi rami: i Savorgnan della Bandiera; i Savorgnan dello Scaglione; i Savorgnan del Torre; i Savorgnan del Monte; i Savorgnan di Brazzà o Brazzacco; i Savorgnan di Osoppo. Una delle tradizioni li colloca come oriundi di Aquileia, ma si distinsero per essere la casata simbolo del Friuli, tanto che lo stemma di famiglia è uguale a quello della città di Udine.

 

La torre medioevale dell'antico castello dei Savorgnan a Savorgnano del Torre.
La torre medioevale dell’antico castello dei Savorgnan a Savorgnano del Torre.

 

Una delle critiche storiche locali, fu il fatto che durante il periodo patriarcale (tedesco) non ebbero mai il coraggio (o la convenienza) di prendere il potere, creando un vero Stato friulano, come tutti gli altri Stati italiani dell’epoca medievale. Uno Stato italiano sull’estremo confine nordest che avrebbe potuto cambiare la Storia.

 

Il castello Savorgnan di Artegna
Il castello Savorgnan di Artegna

 

Il Patriarcato di Aquileia fu acerrimo nemico di Venezia (che si sentiva accerchiata alle spalle) e durò dal 1077 al 1420, quando venne invaso e conquistato dalle truppe della Repubblica, parte del grande piano di conquista dell’entroterra della Serenissima (che ho già ampliamente raccontato in un altro sito). Da quella data il Patriarca di Aquileia perse i suoi poteri e fu italiano, non più tedesco, nominato dalla Repubblica (ci fu successivamente uno scisma fra Aquileia e Grado, già territorio della Serenissima, che portò a due Patriarchi. Il patriarcato di Grado venne in seguito trasferito a Venezia, ed è quello che occupa tutt’oggi il suo ruolo, mentre lo storico patriarcato di Aquileia si perse nel tempo). Il territorio friulano fu affidato a un governatore veneziano che risiedeva nell’attuale “Castello di Udine”.

 

Palazzo Savorgnan - Venezia
Palazzo Savorgnan – Venezia

 

Fra la nobiltà locale, la famiglia Savorgnan (tutt’ora fiorente) emerse soprattutto ponendosi dalla parte di Venezia, inimicandosi l’aristocrazia locale. Alleandosi con la nobiltà veneziana consolidò il suo potere, entrando a far parte del patriziato veneziano con diritto di voto al Maggior Consiglio fino alla sua decadenza.

 

Residenza di Pietro di Brazzà, esploratore a cui venne attribuito il nome Brazzaville, capitale del Congo - Manzano (UD)
Residenza di Pietro Savorgnan di Brazzà, esploratore che diede il nome a Brazzaville, capitale del Congo
Manzano (UD)

 

Per Venezia, inizialmente il Friuli rappresentò un territorio “cuscinetto” da anteporre nei confronti dell’odiato tedesco e le invasioni turche. Una terra di “nessuno” dove il clero e la nobiltà locale si sentirono liberi di accrescere i rispettivi privilegi a scapito della plebe, tramite ogni tipo di oppressione, fino a sfociare nella grossa rivolta contadina del giovedì grasso nel 1511. I Savorgnan cavalcarono il malcontento popolare, soprattutto per trarne vantaggi personali. In quel 1511 il Friuli attraversò il suo Annus Horribilis. Non bastò la rivolta contadina a scatenare guerre locali e faide familiari in tutta la regione, ma a fine marzo un terremoto devastò la regione, sfracellando anche l’antico castello di Udine successivamente sostituito con il palazzo attuale. Nonostante ciò, i veneziani lasciarono grandi opere che influirono notevolmente sul territorio. Udine è una tipica città veneziana (piazza Libertà è attualmente considerata la più bella piazza veneta, dopo San Marco, naturalmente) senza contare la fortezza stellata di Palmanova.

 

L'attuale residenza e il castello dei Savorgnan di Brazzà <br> Moruzzo (UD)
L’attuale residenza e il castello dei Savorgnan di Brazzà
Moruzzo (UD)

 

Questa lunga premessa storica per raccontare l’ambiente in cui si svolse la storia d’amore fra Luigi da Porto e Lucina Savorgnan, sua lontana cugina, perché anche Luigi era figlio di mamma Savorgnan. Luigi era un capitano d’armi vicentino, ma anche poeta e scrittore e quando nel 1510 si trovò in Friuli a combattere gli austriaci, durante un ballo di carnevale, conobbe la quindicenne Lucina della quale si innamorò perdutamente. Luigi era figlio maggiore di Bernardino Da Porto che sposò Elisabetta Savorgnan “della famiglia più potente in Udine, anzi in tutto il Friuli” [cit.].

 

Villa Savorgnan Minciotti - Camino al Tagliamento (UD)
Villa Savorgnan Minciotti – Camino al Tagliamento (UD)

 

Durante la successiva rivolta contadina i rami familiari dei due innamorati, si ritrovarono in parti opposte, creando una faida fra le due famiglie che li costrinsero a nascondere la loro relazione.

 

Nel conflitto Luigi venne ferito al midollo spinale lasciandolo mezzo paralizzato. Un colpo che gli fece perdere la salute, la carriera militare e soprattutto Lucina. Infatti Venezia decise di sanare la faida con un matrimonio di Stato, cogliendo anche l’occasione di ricomporre il patrimonio dei Savorgnan. La povera Lucina fu la prescelta e nel 1517 convolerà a nozze con Francesco Savorgnan Del Torre.

 

Lestans (PN) - Villa Savorgnan
Villa Savorgnan – Lestans (PN)

 

Dopo aver appreso la notizia, Luigi, disperato, scrisse una novella autobiografica dal titolo Historia novellamente ritrovata di due nobili amanti. Per ragioni di prudenza e di privacy la ambientò nella Verona del ‘300. Era buon conoscitore di Dante e nella finzione della novella decise di attribuire i nomi dei danteschi Montecchi e Cappelletti (Purgatorio, Canto VI, Verso 106).

 

Fu lo studioso britannico Cecil Clough (preside del dipartimento di Storia Italiana presso l’Università di Liverpool) che conseguì un dottorato sul tema: “Amore e Guerra in Veneto: Luigi da Porto e la vera storia di Giulietta e Romeo”, che studiò le origini del manoscritto, fino alla pubblicazione del libro: “Giulietta e Romeo: l’origine friulana del mito”.

 

Villa Da Porto a Montorso Vicentino
Villa Da Porto a Montorso Vicentino

 

L’ “Historia novellamente ritrovata di due nobili amanti” fu scritta tra il 1512 e il 1524 nella casa natale di Luigi, la villa Da Porto di Montorso Vicentino. Di questa novella esistono attualmente quattro copie manoscritte non autografe. Dopo la morte di Luigi Da Porto, la novella fu stampata anonima a Venezia nel 1530 circa. Successivamente fu ristampata, con la revisione linguistica di Pietro Bembo, nel 1539. Nei decenni successivi fu trasposta in diverse versioni da Matteo Bandello, Gerardo Boldieri e Luigi Groto e liberamente tradotta da Pierre Boaistuau, Arthur Brooke e William Painter, finché “Giulietta e Romeo” venne alla fine drammatizzata per il teatro da William Shakespeare attorno al 1595 e da Lope De Vega attorno al 1610.

 

Ariis di Rivignano: villa Savorgnan
Villa Otelio Savorgnan, casa natale di Lucina Savorgnan del Monte
Ariis di Rivignano (UD)

 

Dei Savorgnan restano innumerevoli ville, ruderi di vari castelli, altri ancora splendidamente visitabili. A Roma, una delle sedi del ministero della Difesa alloggia nella Villa Savorgnan di Brazzà, in onore dell’esploratore.

 

La sede di Villa Savorgnan di Brazzà del Ministero della Difesa - Roma
La sede di Villa Savorgnan di Brazzà del Ministero della Difesa – Roma

 

Il palazzo dei Savorgnan a Udine è stato abbattuto nel XVI secolo dopo che nel 1549 il condottiero udinese Antonio di Savorgnan subì la confisca dei beni e la distruzione del suo palazzo pro omnibus, per crimini commessi contro gli Udinesi. Egli aveva patteggiato con Venezia contro i nobili friulani e la città guidando gli Zamberlani (fazione composta da borghesi e villani del contado) contro gli Strumieri, formati da vari esponenti della nobiltà friulana che cercavano di riformare il governo patriarcale al posto della Serenissima.

 

Nel 1989 (in occasione di Italia ’90) uno scavo archeologico interessò l’area dell’antico palazzo durante la costruzione di un parcheggio sotterraneo, mettendo in luce gran parte dei resti delle strutture murarie e numerosissimi frammenti di suppellettili riccamente decorate. Lo scavo evidenziò la planimetria articolata del palazzo comprendente numerosi vani disposti attorno ad un cortile acciottolato.

 

Sullo sfondo della splendida chiesa di san Francesco (XIII sec) l'attuale parcheggio sotterraneo dove sorgeva l'antico Palazzo Savorgnan.
Sullo sfondo della splendida chiesa di san Francesco (XIII sec) l’attuale parcheggio sotterraneo dove sorgeva l’antico Palazzo Savorgnan. (Udine centro)

 

E’ inoltre rilevante che dall’epoca di Carlo Magno, la famiglia Savorgnan sia tutt’ora fiorente.