Un aggiornamento sul Venezuela

La crisi monetaria del Venezuela

A una settimana dal mio arrivo nel paese dove scorrono latte, miele, petrolio e cani morti, dopo quattro mesi di italico ossigeno, credo di poter fare un’analisi sulla condizione attuale del Venezuela.

La situazione politica

Come sappiamo domenica 15 ottobre ci sono state le elezioni dei governatori, dove l’opposizione ha inaspettatamente perso, accaparrandosi solo 5 stati su 23.
L’atmosfera alle urne è stata come sempre varia e assortita: ci sono stati seggi tranquilli e ben organizzati, seggi con il presidente ubriaco e nel caos, seggi che non hanno proprio aperto e con la gente che è stata dirottata ad altri seggi dove non erano organizzati per accoglierli, macchinette per il riconoscimento dell’impronta digitale che si surriscaldavano e funzionavano solo sventolandole, gente che votava per altri, qualche sparatoria.
Moltissima gente non è andata a votare, la maggior parte chavisti delusi ma anche molti oppositori disillusi. In effetti, i seggi erano praticamente vuoti e non ci sono state code, cosa assolutamente rara in Venezuela.

Quello che si dice

Si dice che in realtà l’affluenza alle urne sia stata molto più bassa di quella dichiarata, e questo non farei molta fatica a crederlo dato che la situazione “seggi vuoti” pare sia stata generalizzata.
Si dice che gli stati dove “ha vinto” l’opposizione, soprattutto quelli di frontiera, sono quelli dove il governo, durante il suo mandato, non è riuscito a gestire le mafie e quindi le ha lasciato la patata.
La cosa certa è che l’opposizione ha dimostrato ancora una volta, ma sempre di più, di essere debole e divisa: mi dicono che in molti seggi non era neppure presente un loro rappresentante. Sicuramente questa è una causa importante della bassa affluenza.
L’opposizione venezuelana è decisamente inconsistente e carente di leader, e sta facendo sempre più fatica a mantenersi unita e compatta. In molti estados i vari partiti che compongono la MUD, coalizione di opposizione, hanno presentato diversi candidati, spalmando così i voti dei cittadini non filogovernativi. Anche la risposta ai risultati è stata molto variegata: c’è chi ha assicurato che ci sono stati brogli, chi ha preteso la verifica dei voti, chi ha fatto autocritica e mea culpa sul fallimento della MUD.

C’è poi da dire che quando si profila un personaggio che potrebbe essere un leader di valore all’interno del gruppo oppositore, “stranamente” finisce indagato, arrestato o rifugiato all’estero.
Comunque, tornando ai nostri governatori, i 5 oppositori che hanno vinto si sono rifiutati di fare il giuramento di fronte alla ANC (Assemblea Nazionale Costituente). Non avendo l’opposizione riconosciuto la Costituente che si è insediata al posto del legittimo Parlamento, per coerenza si rifiuta di fare giuramento davanti ad essa. Da notare che non è neppure previsto dalla costituzione che i governatori debbano fare giuramento davanti ad uno degli organi nazionali, ma solo davanti ad una commissione regionale o, in mancanza di essa, davanti ad un giudice sempre regionale. Questo potrebbe portare ad un vuoto di potere e alla decisione del governo di mettere un suo uomo in sostituzione dei governatori ribelli.
In realtà per il governo sarebbe molto importante che l’opposizione riconoscesse la ANC perché questo darebbe alla cosa un’aura di legalità. Al momento la cosa è vista infatti molto male all’estero, non solo dai paesi “nemici” ma anche da Cina e Russia, principali finanziatori del Venezuela, che hanno chiuso i rubinetti. Il governo e PDVSA (la compagnia petrolifera di Stato) sono infatti a corto di soldi e necessitano finanziamenti urgenti per non collassare, quindi hanno una gran fretta di trovare un accordo con gli oppositori.

La situazione economica

Come dicevo il governo, PDVSA e tutte le aziende di stato sono decisamente bisognosi di fondi.

Le installazioni di qualsiasi tipo, petrolifere, elettriche, idriche, stradali, sono sempre meno manutenute. Il lago di Maracaibo è una bomba ad orologeria, ci sono tubature di gas e petrolio lì sotto che hanno più di 40 anni e il fondo del lago è un groviglio di obsolescenza pieno di perdite, quindi pure l’inquinamento è alle stelle. Internet va e viene e ogni giorno è un terno al lotto se ci sarà o meno la connessione. Da circa 2 mesi si hanno in continuazione abbassamenti di tensione nella linea elettrica, con successivo eccessivo innalzamento. Questo porta ovviamente al danneggiamento di apparecchiature elettriche di vario tipo soprattutto dove non ci sono protettori elettrici: computer, arie condizionate, lampade o costosi macchinari che si friggono e che poi nessuno ha i soldi o i pezzi per rimettere in funzione. Molte zone sono continuamente a rischio blackout o senza acqua da mesi, perché vengono rubati cavi, pompe dell’acqua e altri componenti, oppure si rompono e non ci sono ricambi disponibili.
La popolazione continua a dimagrire, su questo non ci piove, e il numero dei pasti al giorno cala. C’è da dire che l’obesità era un male molto diffuso da queste parti, ma vederli calare così (non tutti, sia chiaro) fa molta impressione.
I prezzi sono alle stelle, 4 mesi fa il dollaro parallelo stava a 8.000 bsf, adesso è a 38.000 bsf: una situazione insostenibile considerando che i prezzi di qualsiasi cosa si regolano sul cambio con il dollaro.
Il filoncino di pane, che qui è il pane standard, esattamente 5 anni fa costava 2 bsf…oggi siamo a 1.300 bsf.
Per capire poi l’assurdità del paese considerate che 2 kg di zucchero costano 60.000 bsf, l’equivalente di una cisterna da 10.000 litri di benzina.
E senza contare le cose che proprio non si trovano.
Molti hanno da tempo smesso di mangiare carne. I furti di qualsiasi cosa ovviamente aumentano ogni giorno di più mentre il valore della vita diminuisce. Dove vivo io, per esempio, non troviamo più pesce perché negli ultimi mesi hanno assaltato 4 camioncini di pesce che venivano dalla costa, ammazzando il conducente e rubandosi il mezzo carico.

Lo stipendio minimo a settembre è stato innalzato dal governo per l’ennesima volta, portandolo a 325.000 bsf. Questo vuol dire che con lo stipendio di un mese chi fa i lavori meno retribuiti si può comprare ben 11 pacchi di zucchero. Non male eh?

L’aumento periodico dei salari viene fatto ogni 3-4 mesi da ormai qualche anno, per contrastare la spaventosa inflazione che sta ammazzando il paese. Il problema è che lo stesso aumento dei salari nutre l’inflazione in un processo distruttivo senza fine.

Quando il presidente annuncia un aumento di salario, non appena diventa esecutivo tutti i prezzi di tutte le merci aumentano di colpo, rendendo di fatto inutile l’aumento stesso, e riazzerando la capacità di acquisto della gente. In compenso è ogni volta una ferita mortale per le aziende che si trovano da un mese all’altro a dover raddoppiare gli stipendi.

Quello che comunque mi fa più impressione è la rassegnazione con cui la gente va avanti, senza cercare di far nulla per cambiare le cose ma adattandosi al ribasso o andando via dalla loro terra.

Pubblicato da conchita

Corrispondente ufficiale della Kasbah dal Venezuela. Welcome to the jungle!