1- Un altro 25 Aprile

“Gli altri si sono arresi, io no”
Guerin Serac.

Non è di un 25 aprile di adesso, né italiano, quello di cui si parla nel titolo, all’inizio di una breve serie che comincia ora, e di cui questo articolo è incipit e premessa.

Non è un partigiano che, sopravvissuto in montagna come un giapponese su un’isola del Pacifico, sta ancora combattendo i fascisti, quello di cui si cita un’affermazione in apertura.

No, è un fascista, e il numero uno di una importantissima quanto misteriosa ‘agenzia di stampa internazionale’, la Aginter Press, che fu il cervello, la centralina di comando, di un numero enorme di attentati, trame di rovesciamento di governi, strategie per la lotta al comunismo, e che appariva sempre nelle nostre inchieste italiane sulle maggiori stragi degli anni 70 del secolo scorso.

I protagonisti, quelli dietro le quinte, di quella che tutti adesso conosciamo come ‘La Strategia della Tensione’ – e la immaginiamo solo italiana, ma fu in diversi modi attiva e praticata in quasi tutti gli stati occidentali del continente europeo.

Quest’uomo, Guerin Serac (era un nom de plume, come vedremo), ricercatissimo da molte procure / sempre irreperibile dove si credeva di trovarlo,  ex miliziano in Angola, Algeria, Corea, Mozambico, era scomparso a tutti gli effetti dal 2006, anno in cui riappare il suo nome come presidente di una associazione esoterica ‘Vida Muerte Vida’ ad un convegno di sette ‘alternative spirituali’ in Spagna.

Di nuovo scomparso, proprio recentemente i giornali lo hanno rinominato perché reperito, ma morto, in una clinica per anziani di Tolosa.
Lui insieme ad altri, che incontreremo durante questa breve serie, ci accompagneranno nella scoperta di quel che si trovava dietro le la scena di molta nostra storia recente.

La nostra guida sarà il bel libro di Andrea Sceresini “Internazionale Nera”, di cui troverete gli estremi nelle note.

Nel corso di questa carrellata faremo diverse digressioni, anche su richiesta dei lettori, perché questa vicenda è straordinaria, e in sé ha inclusa la gran parte della storia politica non solo del nostro angolo di continente, ma anche dell’Africa, dell’Indocina, e del Sudamerica intero – o quasi.

Se vorrete dunque, e se avrete pazienza e partecipazione, ci aiuterà a ricordarci chi siamo, dove andiamo… E che codice fiscale abbiamo 🙂

(Altan)

 

Ma bando alle ciance, sipario.

 25 Aprile 1974, Lisbona ;

Poco dopo la mezzanotte ha inizio quella che si chiamerà la Rivoluzione dei Garofani (fu merito di una fioraia che in piazza li distribuì alla folla manifestante e ai soldati).

Il segnale fu dato dal passaggio su Radio Renascencia -la radio cattolica portoghese- della canzone più invisa al potere salazariano:

Si mossero allora le forze armate ribelli che occuparono i centri nevralgici, destituirono l’erede di Salazar, e annunciarono la nascita del nuovo Portogallo democratico.

Nel corso di un paio di giorni, e senza spargimento di sangue (rapidamente quasi tutti gli apparati delle forze armate aderirono alla protesta, e la gente scese in strada a mostrare il suo appoggio), tutti i sistemi di potere del Portogallo furono sostituiti, e fu arrestato tutto il precedente apparato salazarista.

Fu proclamato il nuovo corso democratico (a chiarissima impronta socialista), e… Ma questo, è oggetto della prima digressione, sarà la prossima puntata.

Per ora, seguiamo la nostra pista, quella che ci porta a Guerin Serac e alla sua Aginter Presse.

Il nuovo potere va alla ricerca di tutte le strutture di sostegno del regime di Salazar;  come tutti quei regimi, aveva una serie di fiancheggiatori e ‘agenzie parallele’, che stipendiava e che servivano a fare il lavoro sporco, in collaborazione con la polizia politica, la famigerata Pide.

IL 22 Maggio dello stesso ’74 quindi, i militari arrivano ad una sede loro indicata da un arrestato, senza sapere altro che lì c’era una agenzia che collaborava con la Pide.

Ed eccoci quindi in un quartiere del centro di Lisbona, di quelli con le stradine in collina, inondato del sole di maggio, in Rua Das Pracas, con gente in mimetica che abbatte una porta e i portoghesi del quartiere, da un mese ormai abituati ad arresti e roghi di automobili di presunti agenti della Pide, prudentemente chiusi in casa a guardare dalla finestra.

Aperta la porta, i soldati trovano un appartamento anche abbastanza modesto, con nessuno dentro, solo armadi con documenti, strumenti per falsificare passaporti e carte di identificazione, una piccola stamperia, schedari assortiti, testi anche bizzarri sulla lotta armata e la ‘guerra psicologica’.

Appare anche un giovane spaventato che si era nascosto, e sosteneva di essere l’impiegato segretario; che lo avevano lasciato da solo da settimane, non veniva più nessuno, non era stato pagato, non sapeva niente, neanche cosa fare del suo lavoro.

Disse che i proprietari della Aginter Presse, il nome della azienda, erano francesi, ma che appariva qualche volta anche qualche inglese o americano, ma lui non ne sapeva di più, lui rispondeva solo al telefono, e passava le chiamate.

Decidono di sequestrare tutto e portarlo a chi saprà analizzarlo e farne un qualche uso, e il materiale viene depositato in una caserma, i titolari della agenzia risulteranno irreperibili.

Quello che non ci fa sparire la cosa nel tipico mare di nulla del ‘materiale in deposito’, nella confusione che deriva da una rivoluzione come era quella portoghese, è una casualità.

Un militare in gamba, incaricato della gestione di quella caserma che era anche un carcere, che comunica ad un ex sindacalista socialista (ex carcerato da Salazar, giornalista) dell’esistenza di questo archivio sequestrato, che era ‘chiaramente di fascisti con legami internazionali’.

Proprio quel giornalista per caso aveva conosciuto un collega italiano, della rivista ‘L’Europeo’, che era venuto per seguire la rivoluzione in atto; si erano conosciuti perché, sempre per caso, si erano scambiati l’impermeabile per sbaglio in un ristorante di Lisbona.

Il giornalista lusitano quindi, mesi dopo l’incontro, telefona alla redazione de L’Europeo chiedendo del suo collega Corrado Incerti, dicendo concitatamente che se vuole si affretti a venire, perché in quel carcere caserma stanno dei documenti che, gli hanno detto, riguardano anche l’Italia; che sicuramente li troverà interessantissimi… Ma si affretti, perché non sa per quanto quel materiale rimarrà a Caxias, dove attualmente sta e dove può farlo entrare.

La redazione della rivista organizza una piccola squadra di inviati, Incerti, Corrado Ottolenghi e un fotografo, Piero Raffaelli, e vola in Portogallo.

Dopo qualche peripezia riescono ad entrare in contatto con il responsabile, il comandante Costa Correia, del movimento rivoluzionario Forcas Armadas (ne parleremo poi, di costoro), e riescono ad accedere all’archivio; si squaderna loro davanti un intero mondo.

Costa Correia, amico del giornalista, prende in simpatia anche gli inviati italiani, e concede loro una intervista di cui stralci saranno pubblicati su L’Europeo.

Non è stato semplice ricostruire la storia di questa sedicente agenzia di stampa, che ha operato da Lisbona in tutto il mondo. Ma sono riuscito a ricostruirne un profilo, grazie alla gran massa di documenti; un profilo che ritengo esatto, ma incompleto. Non è stato semplice perché alla Aginter agivano da veri professionisti, sapevano coprirsi dietro triangolazioni e codici, e avevano amici potenti

Ed ecco che appare per la prima volta questo strano nome, Guerin Serac, che da un fumetto sembra uscito.

Fondatore e padrone dell’agenzia che gli italiani scoprono in un articolo che appare sulla rivista nel Novembre del 1974.

Ex Ufficiale del OAS*,  espulso da De Gaulle, noto fanatico nazifascista, approda a Lisbona nel ’62, con lo scopo di far pubblicare un suo libro, “Principi”

Di cui si riporta una citazione significativa:

Lasciate aperte le frontiere, noi arriveremo ovunque, e schiacceremo lo sciacallo comunista

L’intervista a Costa Correia procede con lui che dichiara:

E’ a partire dal ’68 che l’agenzia termina di collaborare con la Pide per l’Africa portoghese, e si rivolge allora più che altro ai contatti nelle destre di cui godeva in altri paesi europei: Germania, Francia, Svizzera, e soprattutto Italia. Esaminando ruolini, versamenti, spostamenti degli agenti, ci troverete qualcosa di interessante anche riguardo alle vostre bombe

E così eccole, le ‘nostre bombe’.

Sapete bene tutti di quali bombe parla: Piazza Fontana, Piazza della Loggia… Eccole qui elencate.

Ce n’era abbastanza perché qualsiasi giornalista investigativo non vedesse l’ora di posare gli occhi su quei documenti.

Il 4 Novembre del ’74, finalmente i tre inviati de L’Europeo entrano nella caserma di Caxias, e con loro c’era un giornalista francese… O meglio, un sedicente giornalista francese.

Riescono a fotografare circa 500 documenti, sempre più stupefatti di quello che delineavano, e si ripropongono di tornare il giorno successivo.

Il giorno successivo, dalla caserma erano scomparsi sia tutto l’archivio, che tutto… Il giornalista francese.

Ne verrà comunque fuori un articolo, c’era materiale a sufficienza, e ne parleremo nella prossima puntata, entrando nel vivo di cosa fosse questa ‘Aginter Presse’, che cosa facesse, con chi lavorava, per fare che cosa, quando e dove, con i soldi di chi, per quanto abbia continuato ad agire con le stesse persone ma con altri nomi, chi la proteggesse ed ospitasse nei successivi anni, che non sono pochi.

Ma andiamo con calma… Intanto magari ci servirebbe anche di sapere perché, nel ’74 in Portogallo, ci troviamo di fronte dei militari che fanno una ‘rivoluzione’, ma sono socialisti!

Una cosa strana; il resto dei militari che ci ricordiamo, erano tutto tranne che socialisti, no?

Grecia, Argentina, Brasile, Cile…

Come mai invece questi no? E cosa faceva, nell’Africa portoghese coloniale, una ‘agenzia’ di nazifascisti fanatici?

Ecco, ha a che fare con la storia del colonialismo portoghese, con il regime di Salazar, con la Nato, con la Guerra Fredda, e con i movimenti anticolonialisti e le guerre di liberazione africane.

Potrebbe essere una bella idea fare una piccola digressione, prima di tornare alle ‘nostre bombe’, e alla Agenzia di terrorismo nero Aginter Presse, e a Guerin Serac e i suoi sodali, che ancora non abbiamo citato.

E preparatevi, perché ci sarà proprio di tutto!

Non solo le bombe italiane, ma una guerra dell’oppio in Europa, colpi di stato in Africa, attentati in Germania, massoni e nazisti, Fraternità americane di ultraconservatori, contatti con sette esoteriche… Non ci si fa mancare niente.

 

  • OAS: Sigla di Organisation de l’Armée Secrète, organizzazione paramilitare e insurrezionale creata da estremisti militari francesi, a partire dal 1960-61, allo scopo di opporsi con il terrorismo al distacco dell’Algeria dalla Francia.

 

https://ilmanifesto.it/le-trame-nere-di-guerin-serac

https://it.wikipedia.org/wiki/Rivoluzione_dei_garofani

https://www.chiarelettere.it/libro/internazionale-nera-andrea-sceresini-9788861909007.html

Un ritratto di Guerin Serac pubblicato dal punto di vista di un sito neonazista – sito dal quale chiaramente ci discostiamo e che non appoggiamo, ma che citiamo per dovere di cronaca per mostrare anche l’altro punto di vista