I fratelli Lever ed il villaggio ideale.

Questa storia nasce in seguito al mio primo articolo sulle Cappelle Gallesi ed in preparazione ad un altro, su quelle costruite da coloro che si arricchirono dopo la Rivoluzione industriale. È un articolo “ ponte “ tra i due e inizia con un semplice quadro, non particolarmente bello, ma presente, come riproduzione, in centinaia di abitazioni gallesi.

Capel Salem

“ Salem “ è il nome della piccola e sobria Cappella Battista illustrata nel quadro e situata a Pentre Gwynfryn, minuscolo villaggio vicino ad Harlech nel nord Galles. In primo piano, una vecchia con lo scialle ed il cappello tradizionale delle donne di queste zone.

Capel Salem

Ecco, in una pausa di lavoro, mi sono trovata al caldo di una meravigliosa e antichissima cucina, seduta di fronte ad una delle mille copie del quadro. Per strana coincidenza, il padrone di casa ha quello scialle in un cassetto, poiché fu una sua lontana parente a prestarlo all’artista e alla modella che, in una situazione normale, ne avrebbe indossato uno di panno più umile. Non si sa se l’autore volesse aggiungere una nota di colore a quella scena così austera, ma rimane che negli anni sullo scialle si costruissero varie leggende, inclusa quella che ne vede il diavolo nascosto tra le pieghe.

Inizia così una bella conversazione sul quadro originale, dipinto nel 1908 da Sydney Curnow Vosper e oggi esposto nella Lady Lever Gallery di Port Sunlight, vicino a Liverpool.

Lady Lever Gallery.
Port Sunlight

La vera storia inizia qui, nel perché questo umile ritratto sia in quel museo. È ora di introdurre colui comprò il quadro e che, con suo fratello, lo rese famoso usandolo come immagine pubblicitaria per il loro prodotto.

Il sapone.

Nel 1885 i fratelli William Hesketh e James Darcy Lever, lasciano il negozio del padre ed intraprendono una nuova attività , acquistando un piccolo saponificio a Warrington ed iniziando la produzione di un sapone unico e speciale. Grazie alla cooperazione del loro nuovo partner, il chimico William Worth Watson, nasce “ Sunlight “, sapone di olio di palma e glicerina, che si propone di sostituire quelli precedenti fatti con tannino. Nel 1888 la produzione del nuovo Sunlight Soap raggiunge 480 tonnellate settimanali.

I fratelli si espandono e acquistano dei grandi terreni dove costruiscono una nuova fabbrica , nella zona palustre di Bromborough Pool, Wirral, a pochi chilometri da Liverpool. L‘intera area viene bonificata ed il nome cambiato in: Port Sunlight. Tra il 1880-1914 il villaggio di Port Sunlight si svilupperà in un modello di villaggio ideale. O, piuttosto, verrà costruito secondo gli ideali dei due fratelli.
I Lever Brothers sono tra alcuni degli industriali del periodo che dimostrano interesse per il benessere fisico, culturale e spirituale dei loro lavoratori e quel villaggio ne sarà espressione.

Il villaggio.

Port Sunlight è composto da 900 abitazioni e progettato, su idee e principi di William Lever, da 30 architetti. Le case, di modelli diversi ma tutte comode e spaziose, sono circondate da giardini. Il villaggio comprende orti, scuola, ospedale, sala concerti, piscina all’aria aperta, chiesa e Museo ( Lady Lever Gallery). C’è anche The Temperance Hotel, per coloro che vogliano astenersi dall’alcol, la piaga del periodo.
Alcune case:

Le case sono costruite con grande attenzione ai dettagli e secondo la filosofia di William Morris e l’Arts and Crafts Movement : “ Non abbiate niente, nelle vostre case, che non vi sia utile o non crediate bello “. O,ancora William Morris: “ Il vero segreto della felicità consiste nell’avere un genuino interesse in tutti i dettagli della vita quotidiana. “.
Il retro di ogni casa è privato ed invisibile ai vicini. In alcune ci sono raffinati dettagli nei lavori di legno, in altri, in quelli di pietra. Quelle in stile fiammingo furono costruite con mattoni importati appositamente dal Belgio. Ancora oggi, Port Sunlight è una delizia da visitare.

Negli anni, il sapone Sunlight viene esportato in tutta l’Europa.

Il messaggio.

Il sapone vende ed il villaggio si espande. Il messaggio dei Lever è: “ Socialise and Christianise Business Relations and get back to that close family brotherhood that existed in the good old days of Hand Labour “. Ed il simbolo di quel socialismo cristiano, della fratellanza nelle piccole comunità che una volta si guadagnavano il pane col lavoro manuale, è rappresentato per William Lever in quel nostro quadro iniziale, “ Salem “. Nel 1909, chiunque avesse accumulato abbastanza punti dall’acquisto del sapone Sunlight, avrebbe ricevuto una copia del quadro. Ancora oggi, come già descritto, ne esistono centinaia, accuratamente incorniciate e appese in case moderne ( e spesso meno confortevoli e spaziose di quelle di Port Sunlight).

William e James Lever gestiscono la loro industria con il principio di ‘ profit sharing ‘, dove i guadagni sono condivisi. Non solo i loro operai sono ben pagati, rispetto ai corrispondenti in altre industrie, ma i profitti della fabbrica in cui lavorano vengono ri-investiti nel villaggio in cui vivono. Ecco William Lever sul dare agli operai e le loro famiglie parte del profitto: “ Non vi sarebbe di alcun aiuto mandarlo giù per la gola nella forma di bottiglie di whiskey, buste di caramelle o oche grasse a Natale. Lasciate che sia investito per provvedere a tutto quello che rende la vita piacevole: case belle, interni confortevoli, posti di ricreazione salubri “.

L’Epoca.

Fate quello che volete delle parole, valori o paternalismo di William Lever. Chiamate la sua filosofia ‘buonismo ‘ o una faccia diversa del capitalismo moderno. Consideratelo un sogno finito male o un sogno realizzato sulle ingiustizie dell’impero. O un semplice seguire i dettati del suo cristianesimo non -conformista. Lascio al lettore queste considerazioni, aggiungendo qualche dettaglio di contesto a quei giorni e quei luoghi.

Nel 1832 scoppia un ennesima epidemia di colera a Liverpool, seguita da una feroce ribellione contro medici e infermieri che si occupavano dei malati. L‘ignoranza e la povertà avevano accecato la mente della gente, spaventata dai cambiamenti portati dalla nuova industria, l‘immigrazione dall’Irlanda, la crescita della città e del porto.
L’alcolismo era imperante tra i ceti più poveri e le abitazioni di questi fredde, umide, buie e prive d‘acqua corrente. Cinquant’anni dopo, data di arrivo dei fratelli Lever, la situazione era senza dubbio migliorata. Ma i problemi di Liverpool e l’area limitrofa erano sempre presenti, perché la città continuava ad espandersi ed ospitare nuovi arrivi da zone ancora più povere. Anche per coloro che avevano il lavoro, non sempre era facile trovare case calde o dedicarsi ad attività culturali fuori dal pub o la chiesa. Port Sunlight, in contrasto, doveva sembrare un paradiso.

L’eredità.

William Lever diventò Membro del Parlamento Britannico ( coi Liberali ) , tra il 1906-1908. Il suo primo discorso nella Camera dei Comuni fu rivolto al Governo, con l‘appello all’introduzione di una Pensione Statale a tutti coloro che, avendo raggiunto una certa età, non avessero piu modo di lavorare. Pensione già esistente per gli operai della sua fabbrica. Oggi, l’eredità dei Lever continua nell’industria (Unilever); nella Scuola di Medicina Tropicale di Liverpool; nello straordinario e immenso Lever Building, simbolo della ricchissima storia di quella città portuale. E tanto altro.

Sapone Sunlight nella Grande Guerra

Vorrei aprire una piccola parentesi, più per ricordare una storia dimenticata e onorarne le vittime, che per screditare William Lever. Quell’olio di palma del sapone Sunlight veniva, dopo il 1911, dal Congo Belga, dove i lavoratori locali erano trattati come e peggio di schiavi. Dove il colonialismo europeo mostrò la sua faccia più brutta ed il massacro delle popolazioni rimase mai punito, lasciando i semi per gli orrori di oggi. Lever ed i suoi amministratori in Congo erano uomini del loro tempo e di un Impero macchiato di sangue. Non ci sarà mai abbastanza sapone per lavare quello.

The Lady Lever Gallery

Se vi trovate presso Liverpool, andate a Port Sunlight: è ancora lì , verde e piacevole come fu inteso dai suoi architetti. Sopratutto, visitate la Lady Lever Gallery, un museo eclettico, che contiene di tutto, in pieno stile vittoriano. I quadri straordinari dei pre-raffaelliti, meravigliose sculture di pietre da tutto il mondo; ceramiche etrusche, Wedgewood, porcellane cinesi; l‘intera ricostruzione, con oggetti e mobili originali, della stanza da letto di Napoleone Bonaparte; arazzi e tappeti preziosi.
Ci troverete pure un umile e misterioso quadro chiamato ” Salem “, che, secondo l’artista, non ha il diavolo nascosto nello scialle.

“ I do not want art for a few any more than education for a few, or freedom for a few “. William Morris.