Il telefono del vento

Bell Gardia (ベルガーディア) è un giardino ai piedi del Kujira Yama (Monte della Balena, 鯨山), nella prefettura di Iwate, non troppo distante dalla quella di Fukushima. Qui, immerso nella natura, è possibile trovare il Kaze no Denwa (風の電話), il telefono del vento. La città si chiama Otsuchi, e dalla sua collina, è possibile ammirare l’oceano in tutta la sua vastità.

Il Bell Gardia è un giardino che, a distanza di ormai dieci anni, ancora serve da conforto per i sopravvissuti allo tsunami conseguente al disastro nucleare di Fukushima Dai-Ichi e per i parenti delle vittime. Ospita una vasta varietà di fiori e piante, nonché una biblioteca, ed è curato dai signori Sasaki.

Posizione di Bell Gardia

‘Se sei lì fuori, per favore, ascoltami’

Tutto comincia nel 2010, quando Itaru Sasaki perde un caro cugino. Per superare il lutto, Sasaki-san decide di portare un vecchio telefono all’interno di una cabina nel suo giardino, sebbene il telefono non possa venir collegato ad alcuna linea. Poco importa: l’idea è quella di comporre il numero del defunto per ‘parlare’ con lui, ‘chiamandolo’, ‘contattandolo’. La conversazione è sempre ad una via, ma porta all’uomo un conforto che lo aiuta ad affrontare la perdita: lasciando che le proprie parole si liberino nel vento, Sasaki-san continua a ricordare il cugino.

Circa un anno dopo, ecco il terremoto, il disastro di Fukushima e lo tsunami: l’11 marzo 2011 viene portato via un numero spaventoso di vite. E questo telefono, conosciuto a livello internazionale come Wind Phone, diventa di conforto per più persone, richiamandole da ogni parte del Giappone. Superstiti, parenti che vogliono salutare per l’ultima volta i propri cari: il giardino accoglie i ‘pellegrini’ nell’abbraccio della natura. Bell Gardia, nel corso degli anni, ha registrato un enorme numero di visitatori.

All’interno della cabina telefonica bianca non c’è altro se non un telefono nero e un taccuino su cui appuntare le proprie emozioni. Il Kaze no Denwa attende nel cuore del giardino, immerso nella natura, nel rumore del vento che si muove tra le fronde degli alberi, nel lontano movimento delle onde dell’Oceano Pacifico. Ed è proprio il vento a rapire le parole di chi solleva la cornetta e compone il numero di qualcuno che desidera ricordare.

Come dichiarano i signori Sasaki sul sito del giardino, si tratta di un luogo in cui liberare le proprie emozioni, riprendere contatto con i sentimenti, per conforto e anche per preghiera, ma non è e non vogliono che sia legato ad una religione in particolare.

Have You Heard the Heartbreaking Story Behind The "Phone of the Wind" in  Japan? | Japan Info
La cabina del wind phone

La storia del telefono nei media

La storia del giardino ha ispirato la letteratura e il cinema. Heather Smith ha pubblicato il suo The Phone Booth in Mr Hirota’s Garden ispirandosi al Kaze no Denwa, e la trama del romanzo richiama l’esperienza di Sasaki-san: un uomo costruisce una cabina telefonica nel proprio giardino, senza collegarla ad alcuna linea. La protagonista, Makio, è confusa, ma troverà presto conforto in quel telefono, capace di farla sentire in contatto con il padre, morto durante lo tsunami.

Di Laura Imai Messina è, invece, Quel che affidiamo al vento. In questo caso siamo proprio a Kujira Yama, nessun luogo di invenzione. Sono fittizi, invece, i personaggi e le situazioni che ruotano attorno al telefono: un uragano si abbatte su Otsuchi e una donna, Yui, accorre per proteggere il telefono a costo della vita. Qui incontrerà Takeshi e la figlia, rimasta muta dal giorno in cui la madre è scomparsa.

Esiste anche un toccante documentario della NHK World che ero riuscita a reperire qualche tempo fa ma che non è al momento più disponibile. Vi lascio con un mini-video di Reuters che riprende alcuni spezzoni.

Reuters

Esiste inoltre un cortometraggio del 2019 di Kristen Gerweck, The Wind Phone (USA), in cui sette sconosciuti si alternano nella famosa cabina del telefono del vento, intrattenendo conversazioni che all’inizio dell’opera non riusciamo a capire. Il corto è stato candidato e vincitore di numerosissimi premi in tutto il mondo. Io ho avuto il piacere di vederlo al cinema, e su grande schermo l’impatto emotivo e artistico è ancora più forte.

Infine, nel 2020 è stato prodotto un lungometraggio, Kaze no Denwa/The Phone of the Wind, internazionalmente reso anche come Voices in the Wind, di Nobuhiro Suwa. La protagonista del film, Haru, intraprende un lungo viaggio per raggiungere la cittadina in cui viveva con la sua famiglia prima del disastro. Da Hiroshima a Fukushima, Haru incontra un’emozionante varietà di storie, persone, volti, ricordi e difficoltà, finché il suo pellegrinaggio non termina nel famoso giardino e nella cabina del telefono del vento.

Trailer di Kaze no Denwa

Seppur terminato in ritardo, l’articolo è stato scritto per ricordare il giorno 11 marzo 2021, che ha segnato il decimo anniversario del disastro nucleare di Fukushima Dai-Ichi, 11 marzo 2011.

Bibliografia/sitografia

Pubblicato da Kitsune

七転び八起き。