Un matrimonio reale

Negli articoli dedicati ai confini particolari si è parlato del fiume Bidasoa, che fa da confine fra Francia e Spagna. In mezzo al fiume sorge l’isola dei Fagiani, soggetta alla sovranità congiunta dei due stati, che la esercitano a turni di sei mesi.
Il luogo è stato per questo particolarmente adatto agli incontri diplomatici e agli scambi di fidanzati o sposi reali. Uno di questi scambi avvenne nell’autunno del 1615, quando nell’isola si incontrarono il corteo francese che accompagnava Elisabetta di Borbone, figlia di Enrico IV e di Maria de Medici, destinata a sposare l’Infante Filippo, futuro Filippo IV, e il corteo spagnolo dell’Infanta Ana Mauricia Maria, sorella di Filippo e figlia di Filippo III d’Asburgo e di Margherita d’Austria-Stiria, futura sposa di Luigi XIII Re di Francia. (A seguito di queste nozze incrociate Luigi XIV e Maria Teresa d’Austria sarebbero stati doppi cugini primi). (Tutti gli Asburgo appartengono alla casa d’Austria, soprattutto per i francesi, per cui le loro regine spagnole sono “d’Austria”.)
In realtà le due principesse erano già sposate, in quanto il 18 ottobre di quell’anno erano stati celebrati in contemporanea due matrimoni per procura: a Bordeaux lo sposo spagnolo fu rappresentato dal Duca di Guisa, mentre nella cerimonia tenuta nella cattedrale di Burgos Luigi XIII ebbe come rappresentante il Duca de Uceda.

Lo scambio delle spose in un dipinto celebrativo di P.P.Rubens di circa dieci anni dopo l’evento. Anna è a destra.

Il matrimonio era il coronamento di una politica di avvicinamento alla Spagna fortemente voluta da Maria de Medici, vedova di Enrico IV e Reggente del Regno per il figlio minorenne Luigi XIII, e dai due consiglieri che si era portata da Firenze: Concino Concini e sua moglie Leonora Galigai. Tale avvicinamento, in contrasto con la politica di Enrico IV, era iniziato subito dopo l’assassinio di quest’ultimo, avvenuto il 14 maggio del 1610, e già nel 1611 erano stati stipulati il fidanzamento e i preliminari del matrimonio.

Frans Pourbus le Jeune – Luigi XIII in lutto per il padre Enrico IV – 1611

Al suo arrivo a Bordeaux la sposa viene accolta da un Re poco entusiasta e imbronciato; i benpensanti diranno che era per via della sua naturale timidezza. Maria de Medici invece è raggiante e soddisfatta e, quando vede arrivare la sposa e si accorge che è pure di bell’aspetto, l’accoglie a braccia aperte, l’abbraccia e la bacia in bocca. Anna resta allibita e schifata: “Questa mania dei francesi di ficcar la lingua ovunque!” commenterà con le sue dame.
Il matrimonio viene celebrato nella cattedrale di Bordeaux il 21 Novembre 1615.

Jean Chalette – Il matrimonio di Luigi XIII e Anna d’Austria

E a questo punto si presenta un problema. Quando gli sposi erano giovanissimi la prassi seguita era di solito questa: dopo la celebrazione del matrimonio, il pranzo e i festeggiamenti di prammatica, gli sposi venivano accompagnati da tutta la corte in una stanza appositamente preparata per l’occasione e fornita di un letto riccamente addobbato. Qui essi venivano sollevati di peso e adagiati sul letto uno accanto all’altra ancora tutti vestiti degli abiti di cerimonia. A quel punto si avevano gli auguri e i rallegramenti dei cortigiani, che quindi si ritiravano. Dopo di che la porta veniva chiusa, i due sposini venivano risollevati di peso dal letto e condotti ognuno nell’appartamento a loro destinato. dove sarebbero stati educati e preparati e fatti incontrare perché imparassero a conoscersi e, sperabilmente, a innamorarsi. Quando fossero stati ritenuti pronti e maturi, sarebbero stati messi insieme per la consumazione, a meno che lo sposo nel frattempo non fosse diventato tanto impaziente da non poterne più e non fosse andato di sua iniziativa nella camera della moglie.
Ora, Luigi e Anna erano coetanei, essendo nati entrambi nel 1601, e a 14 anni era presumibile che fossero preparati e pronti. Anna sicuramente lo era; per quanto riguarda Luigi, i suoi gentilhommes de la manche* fecero presente alla Regina Madre che, essendo il giovane Re debole di salute, non avevano ritenuto opportuno procedere ancora alla sua educazione sessuale e quindi sarebbe stato conveniente rinviare la consumazione del matrimonio.
Maria de Medici, imperiosa e decisionista come sempre, non volle sentir ragioni: ” A me questo temporeggiare non mi garba! questa consumazione s’ha da fare e subito! E alla loro età, dove non arriva la teoria ci penserà la natura ad avere il suo corso, e che diamine!”.

Frans Pourbus le Jeune – Anna d’Austria nel 1616
Frans Pourbus le Jeune – Luigi XIII nel 1620

Il fatto è che Maria de Medici, conoscendo il carattere infido del figlio, temeva che, approfittando della mancata consumazione, egli potesse chiedere l’annullamento del matrimonio, al quale era sempre stato contrario e che aveva accettato per il timore reverenziale che gli incuteva una madre autoritaria ed imperiosa, dalla quale non si sentiva amato. E sarebbe stato il fallimento della politica filospagnola perseguita fino a quel momento dalla Regina Madre. Ai primi di novembre dell’anno prima (1614) Luigi XIII era stato dichiarato maggiorenne e quindi si era posto fine alla Reggenza in un lit de justice** davanti al Parlamento di Parigi. Maria de Medici era stata nominata Capo del Consiglio Reale in quello stesso lit de justice. Conservava quindi ancora un grande potere. Ma conoscendo il figlio, e sapendolo maggiorenne, c’era da aspettarsi che quel che lei riusciva a strappargli usando il suo ascendente, lui poi provasse il piacere perverso di annullarlo, una volta uscito dalle sue grinfie. E non si sbagliava.

P.P.Rubens – Ritratto di Maria de Medici – 1620-1625 ca.

Siamo arrivati dunque alla sera delle nozze. E questa è la versione dei fatti più maliziosa. Luigi XIII entra titubante nella camera della moglie in attesa trepidante e si ripete mentalmente lo schemino che gli è stato fatto in tutta fretta: dunque io salgo sul letto,… mi abbasso le brache…. lei solleva la camicia da notte e allarga le gambe e io…ehmmm … in quella cosa… QUELLA COSA!!!! PANICO!!!!!! E se ne fuggì via scornato umiliato e vergognoso.
La seconda versione ci dice che Luigi XIII con le lacrime agli occhi per la rabbia, il rancore, l’umiliazione, la vergogna e il dolore mostrò al suo medico il suo real pene gonfio e tumefatto per i ripetuti tentativi di arrivare alla penetrazione, ma il real pisello non ne aveva voluto sapere di avere un’erezione.
Nei tre anni successivi Luigi XIII non si accosterà più alla moglie. Anna d’Austria vivrà isolata dal resto della corte con le sue dame spagnole, parlando a fatica qualche parola di francese.

• – I gentilhommes de la manche sono nobili di alto rango, di solito duchi, che vengono incaricati della educazione e formazione dei giovani principi. Sono loro che nominano gli insegnanti delle varie materie e sovrintendono e controllano il loro operato. Si chiamano così perché, per la inviolabile sacralità del corpo dei membri della famiglia reale, essi tengono per la manica i piccoli principi. Addirittura li tengono con delle briglie quando cominciano a stare in piedi e a zampettare.
** – Il Lit de Justice è una riunione plenaria e solenne di uno dei Parlamenti di Francia in cui il Re impone la sua volontà sovrana facendo valere d’autorità la sua volontà. Quasi tutte le regioni storiche della Francia hanno un Parlamento, che funziona soprattutto come corte di giustizia d’appello e cassazione per il terzo stato, ma ha anche una funzione politica in quanto tutti gli atti del Re per acquistare efficacia devono essere registrati presso un Parlamento. Naturalmente il Parlamento più importante è quello dell’Ile de France con sede a Parigi. Si chiama lit de justice perché per il Re in quella circostanza veniva predisposto un trono fatto di cuscini.