Finisce l’era Heisei, benvenuta era Reiwa: banzai a Naruhito!

Immagine in evidenza: Yoshihide Suga (Chief Cabinet Secretary) regge una tavoletta col nome della nuova era.

Stavo studiando alcuni argomenti per proporvi un articolo completamente diverso, quando all’improvviso mi sono ricordata una cosa. Questo aprile è l’ultimo mese di regno di Akihito, che abdicherà il 30, in favore del figlio.

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Akihito, nato come Principe Tsugu e il cui nome postumo sarà Heisei, è il 125° Imperatore del Giappone… Ancora per poco.

La fine di un’era“…

…in Giappone, non è un semplice modo di dire! Sebbene dal 1873 sia entrato in uso il calendario gregoriano, si tiene ancora conto del calendario Wareki per denominare le ere. Ognuna corrisponde al regno di un imperatore, motivo per cui possiamo definire davvero fine di un’era il passaggio di trono da Akihito al figlio Naruhito.

L’età moderna della storia del Giappone ha avuto inizio nel 1868 con l’avvento dell’Imperatore Meiji e, fino ad oggi, consta di quattro (a breve, cinque) ere:

  • Meiji (1868-1912), imperatore Mutsuhito (di cui Meiji è il nome postumo, che denota anche l’era del regno corrispondente);
  • Taishō (1912-1926), imperatore Yoshihito;
  • Shōwa (1926-1989), imperatore Hirohito;
  • Heisei (1989-2019), imperatore Akihito;
  • Reiwa (2019-), il cui futuro imperatore sarà l’attuale principe ereditario al trono del crisantemo, Naruhito.

Erano ormai più di duecento anni che ogni era terminava solo con il decesso dell’imperatore in carica: l’ultimo sovrano a cedere il trono al successore, infatti, fu Kōkaku nel 1817. In precedenza, gli imperatori abdicavano per ritirarsi a vita privata o, più frequentemente, in monastero. In diversi casi, lasciavano il trono a personalità politicamente più “deboli”, da manovrare silenziosamente come consiglieri in ritiro.

Nel caso di Akihito, però, la decisione è da attribuirsi ai problemi di salute. Già nell’agosto 2016, il Tennō (天皇 letteralmente, sovrano celeste) aveva dichiarato di voler abbandonare i propri obblighi politici, poiché si sente troppo anziano per guidare adeguatamente la propria nazione. Nel 2002, inoltre, ha combattuto il cancro alla prostata.

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Naruhito, nato principe Hiro e il cui nome postumo sarà Reiwa. Nato nel 1960, è il primo in linea di successione al trono del crisantemo.

Tre anni per lasciare il trono

Nonostante Akihito abbia manifestato il desiderio di abdicare già nell’estate 2016, è passato un po’ di tempo prima che potesse realmente rinunciare al trono del crisantemo. Le cause sono diverse e spaziano dalla politica alla tradizione.

Per prima cosa, infatti, con il cambio di imperatore, si modifica anche la festa nazionale. Al momento cade il 23 dicembre, giorno della nascita di Akihito, e dal prossimo anno verrà spostata al 23 febbraio, per festeggiare il compleanno di Naruhito. Questo comporta alcune oscillazioni nel calendario di altre feste minori, ponti di vacanza (il 23 dicembre, infatti, si allacciava con le festività natalizie) e rituali shintoisti.

Si è inoltre scelto di aspettare il 2019 per permettere ad Akihito di compiere trent’anni di regno e concludere la sua era con un doppio festeggiamento.

In ultimo, ma non meno importante, mancavano le leggi sull’abdicazione: la costituzione del 1947, semplicemente, non la prevedeva! Il governo nipponico si è dunque dato da fare per introdurre le dovute norme per la cessione del trono all’erede in carica.

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Banzai.

Banzai!

La locuzione banzai è composta da due kanji (万歳) che significano letteralmente diecimilaanni: è un’espressione di augurio, originariamente utilizzata per auspicare lunga vita e buon regno all’imperatore. Deriva dal cinese wànsuì e viene utilizzato anche in Corea e Vietnam: al giorno d’oggi, si utilizza principalmente per incoraggiamento ed entusiasmo.

In Giappone è stata introdotta durante il periodo Nara (710-794) per emulare il saluto continentale rivolto all’imperatore cinese. Successivamente, venne utilizzata durante il periodo Meiji (1868-1912), e in particolare per salutare la promulgazione della Costituzione.

Ciò che ha reso banzai! celebre, però, è il suo utilizzo come urlo di guerra dei soldati giapponesi durante la Seconda Guerra Mondiale. Veniva gridato sia dalla fanteria in carica, sia dai piloti durante gli attacchi Kamikaze (神風 letteralmente, vento divino), motivo per cui le truppe statunitensi li soprannominarono banzai attacks.

Giappone, Reiwa è il nome della nuova era dell'imperatore Naruhito
Shinzō Abe, il primo ministro, assieme alla tavoletta che riporta il nome della nuova era.

Reiwa

Il primo di aprile, alle quattro del mattino (ora italiana – in Giappone erano le undici), è stato annunciato il nome della nuova era. Avrà inizio il primo maggio, quando Naruhito verrà incoronato 126esimo imperatore del Giappone. Reiwa: il significato di questi due caratteri (令和) è quello di ordine/comando e pace/armonia.

Secondo le dichiarazioni del primo ministro, Shinzō Abe, il nome sarà d’auspicio per un periodo di armonia tra i popoli e l’inizio di un’epoca di speranza. Speriamo porti davvero bene.

Normalmente, il nome della nuova era veniva selezionato in fretta e furia al decesso dell’imperatore in carica. In questo caso eccezionale, invece, è stato discusso e concordato dopo un lungo periodo di studio, dal Parlamento e da alcuni esperti di storia e letteratura.

Per la prima volta si tratta di una locuzione completamente in lingua giapponese e non più di un’espressione di derivazione cinese. Reiwa, infatti, è stato tratto dall’antologia poetica Man’yōshū (letteralmente, raccolta di diecimila foglie) composta nel periodo Nara (710-794).

Spada, scudo e magatama (gemma).

Il passaggio di testimone

Il 30 aprile, Akihito rinuncerà formalmente al trono: il giorno successivo, si terrà una sontuosa cerimonia di stato per eleggere Naruhito come suo successore. In questo contesto, avverrà il passaggio di testimone, simboleggiato dalla consegna delle insegne imperiali del Giappone (chiamate anche Tre Sacri Tesori).

  • La spada Kusanagi: simbolo di valore;
  • La gemma Yasakani no Magatama: simbolo di benevolenza.
  • Lo specchio in bronzo Yata no Kagami: simbolo di saggezza.

Purtroppo, la cerimonia non è pubblica e questi tre oggetti possono essere visti e toccati solamente dall’imperatore e da alcuni sacerdoti particolari, motivo per cui quelli in fotografia sono una semplice rappresentazione artistica. Non esistono fotografie né disegni ufficiali.

Si narra che questi Tre Sacri Tesori furono portati in Giappone da Ninigi, l’antenato leggendario della dinastia di Yamato. Ninigi, nipote della dea del sole (Amaterasu), scese sulla terra per pacificare il Giappone. Dal momento che la dinastia imperiale è tradizionalmente erede di Amaterasu, questi tre oggetti sono divenuti simbolo del potere.

Lo specchio viene citato in un episodio mitologico che vede protagonisti Amaterasu e il fratello Susanoo (dio delle tempeste). Oltraggiata da uno dei soliti scherzi, la dea del sole si nascose in una grotta. La sua scomparsa gettò il mondo nell’oscurità, per cui le divinità si raccolsero fuori dal suo nascondiglio per cercare di convincerla a uscire. Fu Ama-no-Uzume, divinità dell’alba, ad attirarla nuovamente all’esterno. Secondo una versione del mito, utilizzò uno specchio e la lasciò sorpresa di fronte alla propria immagine riflessa. In un racconto differente, Ama iniziò a ballare in modo goffo, perdendo i propri vestiti e scatenando l’ilarità degli altri dei: Amaterasu uscì incuriosita dal chiasso.

Secondo alcuni racconti, il Magatama fu appeso ad un albero fuori dalla caverna, sempre nel tentativo di attirare Amaterasu.

Infine, la spada Kusanagi, detta anche Ama no Murakumo no Tsurugi, venne recuperata da Susanoo dopo aver ucciso il drago a otto teste Yamata no Orochi. Si trovava all’interno dell’ottava coda del mostro e venne regalata ad Amaterasu proprio per riconciliarsi dopo l’episodio della grotta.

Aiko
La principessa Aiko, nata Toshi.

Addio alla successione femminile?

Il prossimo membro della famiglia in linea di successione, è il fratello minore di Naruhito, Akishino (o principe Fumihito).

Naruhito e Masako, infatti, hanno una sola figlia femmina: Aiko (figlia dell’amore), il cui titolo ufficiale è principessa Toshi (persona che rispetta gli altri). Inizialmente, anche Akishino e la moglie Kiko erano genitori di due figlie femmine (Mako e Kako), finché il 6 settembre 2006 non è venuto alla luce il principe Hisahito.

Dal momento in cui Hisahito è entrato in linea di successione, si è arrestato il tentativo di modifica della legge di successione, per ammettere anche le donne al titolo. Gli esperti e i politici hanno temporeggiato, finché non è nato un erede maschio. A quel punto, la linea di successione si è spostata ad Akishino e Hisahito. Lo stesso primo ministro Abe, nel 2007, ha definito archiviata la proposta.

Nella storia del Giappone, solo otto donne sono diventate imperatrici regnanti. L’ultima fu Go-Sakuramachi nel periodo che va dal 1768 al 1771. La legge imperiale del 1889, accanto alla nuova Costituzione Meiji, ha formalmente vietato i regni femminili. Inoltre, la stessa Costituzione del 1947 non prevede le donne nella linea di successione. Ora che è nato Hisahito, pare non esserci alcuna speranza di riforma, e Aiko rimarrà solamente la principessa imperiale.

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Naruhito e Akihito.

E con questa fotografia di Naruhito e Akihito che fanno ciao ciao alla legge di successione femminile (scherzo), vi saluto anche io. Spero che l’articolo abbia fornito qualche spunto interessante, anche se non si tratta di uno dei miei soliti approfondimenti.

Sayounara!

Pubblicato da Kitsune

七転び八起き。