Furtwaengler, il Reich, un fazzoletto

Wilhem Furtwaengler (1886 – 1954) é stato uno dei più grandi direttori d’orchestra del secolo scorso.

Fu Direttore Stabile della Berliner Philarmonisches Orchester (dal 2002 Berliner Philarmoniker) dal 1922 al 1945 e poi dal 1952 fino alla morte.

All’avvento del nazismo , a differenza di altri che scelsero la via dell’esilio, preferì restare in Germania. Perché ci fosse qualcuno che continuasse a dare al popolo tedesco la sua musica, espressione di un mondo e di una cultura che il nazisno voleva stravolgere a proprio uso, egli disse.

Da quel momento iniziò un continuo tira e molla tra il regime che aveva bisogno del lustro che gli dava un uomo come Furtwaengler, ma che nel contempo aveva bisogno di piegarlo alla propria visione e ai propri miti, e il Maestro, tutto teso ad affermare la propria indipendenza di artista. E ogni tanto il Reich allentava la catena, ma più spesso le dava dei begli strattoni per far capire chi, tra i due, aveva il comando.

Nel 1934 il maestro inizia subito bene: tiene un concerto con musiche di Mendelssohn e un tempo dell’ultimo lavoro di Paul Hindemith, Mathis der Maler. E’ un successo strepitoso. Non solo, ma pubblica pure un articolo in difesa di Hindemith. Ora, Mendelssohn è stato radiato dall’elenco dei musicisti eseguibili perché ebreo, e Hindemith è stato definito da Hitler artista degenerato. Il concerto e l’articolo vengono quindi considerati un attacco a Hitler in persona. Segue immediatamente un “caldo” invito da parte di Goebbels ad astenersi dal tenere nuovi concerti, se non invitato. Per quanto riguarda la direzione di opere, può portare a termine la esecuzione di quelle per le quali ha in essere contratti coi teatri d’opera.

Per Furtwaengler é un colpo durissimo; secondo i biografi egli pensa di lasciare la Germania, ma non lo fa per timore che il regime si rivalga sulla madre. La cosa ha abbastanza il sapore dell’abbellimento agiografico, perché, come vedremo, é molto probabile che gli venga pure ritirato il passaporto. Passano i mesi e il maestro viene lasciato a cuocere nel timore e nella incertezza. Finalmente, nella primavera del 1935 Goebbels si fa vivo. Gli chiede se riconosce che Hitler é il capo della Germania e quindi se ha anche il diritto di guidare e determinare la politica culturale del paese. Alla risposta affermativa di Furtwaengler, Goebbels gli chiede di firmare una dichiarazione in proposito. Furtwaengler accetta, ma chiede di aggiungere che lui non è un politico e non vuole essere coinvolto in manifestazioni politiche o partitiche e che si rispetti la sua apoliticità. Goebbels gli dice di non preoccuparsi e che ci penserà lui. La dichiarazione firmata viene subito pubblicata, l’aggiunta verbale no. Goebbels commenta nel suo diario: Come sono stupidi questi artisti, si lasciano abbindolare con niente.

E’ il famoso compromesso del 1935. Furtwaengler può tornare a dirigere e gli viene consegnato un passaporto nuovo. Il primo concerto avviene il 27 aprile tra l’attesa generale; vengono eseguite musiche di Beethoven ed è un successo strepitoso. Il maestro viene richiamato in sala per ben 17 volte. Il concerto viene ripetuto il 3 maggio. Furtwaengler si sta preparando in camerino, quando annunciano l’arrivo in sala di Hitler con tutto il Reich al seguito. Al  Maestro viene un attacco misto di ansia e di irritazione e molla un calcio ad un mobile rompendolo.  Lui non ha mai preso la tessera del partito e non è mai stato visto fare il saluto nazista. Come entrare in sala senza salutare Hitler? Il Direttore amministrativo dei Berliner gli dà un’idea: anzichè usare la bacchetta che è sul podio, entri in sala con un’altra bacchetta in mano.

Appena appare, Hitler e il seguito scattano in piedi e fanno il saluto; lui entra con la mano destra aggrappata alla bacchetta, sale sul podio e batte i tre colpi del pronti tutti. Hitler rimane un attimo perplesso, ma poi si siede imitato dagli altri. Al termine del concerto Hitler si alza e guardando ostentatamente Furtwaengler gli rivolge un prolungato saluto a braccio teso e poi esce senza dir motto.

Il 1936 sembra passare tranquillo; Furtwaengler non viene coinvolto nelle celebrazioni e nelle manifestazioni legate alle Olimpiadi di Berlino. Nel1937 invece gli arriva una botta che lo segnerà per il resto della sua vita. Il trentenne Karajan ha ottenuto un grande successo dirigendo il Fidelio e il Tristano e Isotta. A Furtwaengler Karajan non piace: non gli piace il suo modo di dirigere, e non gli piace il suo bazzicare intorno ai gerarchi per ottenere appoggi alla sua carriera e per il suo amore per la bella vita. Non lo nomina nemmeno mai; se nelle conversazioni capita di parlare di lui, si limita ad un Herr K.. Ora, dopo il successo ottenuto, appare su di un giornale un articolo dal titolo Il miracolo Karajan. Lo stesso titolo era stato usato per lui quando era direttore nel Baden. Furtwaengler capisce  che è un attacco neanche tanto velato contro di lui; fra l’altro Karajan viene esaltato come maestro dell’avvenire, legato all’immancabile radioso destino del Terzo Reich, non come certi direttori ostinatamente legati al passato. Da quel momento Furtwaengler sarà dominato dal pensiero paranoico che il regime cercherà ogni scusa per sostituirlo con Karajan alla direzione dei Berliner.

Il 1938 lo vede dirigere un concerto al raduno della Hitler Jugend. Gli agiografi dicono che lui pensava di dover tenere un concerto per avvicinare i giovani alla musica e che rimase sbalordito quando, entrando in sala, vide le prime file piene di gerarchi. Ma è impensabile che lui non ne sapesse niente: un raduno del genere doveva esser stato reclamizzato alla radio, nei giornali, nei cinegiornali, nei manifesti per strada. Anche riguarda il congresso del partito a Norimberga gli agiografi ricorrono a sottigliezze bizantine. Furtwaengler avrebbe chiesto e ottenuto di eseguire  I Maestri Cantori di Norimberga fuori dal congresso, per riaffermare la sua apoliticità. In realtà i Maestri Cantori fu eseguita la sera del 5 settembre 1938 e fu da tutti considerata l’esecuzione celebrativa e inaugurale del congresso, che si aprì la mattina del 6.

Le registrazioni di quegli anni sono caratterizzate da una visione estremamente cupa e tragica, con punte addirittura espressionistiche. Evidentemente il maestro sta passando un periodo di estrema depressione e pessimismo; probabilmente egli si rende conto di trovarsi in un vicolo cieco nei suoi rapporti col nazismo e di non avere vie di uscita.

E saltiamo al 1942. Furtwaengler era stato spesso chiamato a dirigere il concerto celebrativo del compleanno di Hitler, il 19 Aprile.  Quell’anno gli fu quasi ordinato da Goebbels: la guerra non stava procedendo come auspicato, l’assedio di Mosca era stato un fallimento, Berlino era piena di feriti reduci dal fronte russo, insomma si rendeva necessario un concerto in grande stile. Fu eseguita la Nona Sinfonia. Il disco che ne è derivato ci dà una interpretazione molto cupa e tumultuosa della sinfonia. Ci è rimasto anche un brano di cinegiornale che riprende il finale del concerto. E alla fine del concerto avvenne un fatto che è diventato molto famoso: Goebbels si alza per stringere la mano a Furtwaengler e questi, dopo la stretta di mano, si passa velocemente un fazzoletto dalla sinistra alla destra per pulirsi la mano. Si sta asciugando la mano dal sudore dopo la direzione, o si ripulisce la mano che ha stretto quella del gerarca?

Ho parlato prima del pessimismo che pervade le esecuzioni degli anni 1937/1938. Chiudo questa parte con una esecuzione della Sesta Sinfonia di Tchaikovsky che mi sembra esemplare in questo senso.

http://www.youtube.com/watch?v=ZDrvktRxlbw

 

Seguiranno, se vi interessano, “Una Eroica in tempore bellis” e poi “Una Nona per la civiltà occidentale”