Gender a Corte 1

Marie de Hautefort

Gli storici di un tempo, parlando di Luigi XIII, strologavano tutti i
soprannomi possibili per darne una visione più che positiva, agiografica: Luigi il giusto, Luigi il soldato, addirittura Luigi il santo: e per spiegare la mancanza di una vita sentimentale comme il faut, persino Luigi il casto.
Quanto ai  favoriti che si succedettero numerosi durante il suo regno, si parlò di amicizia intima e fraterna,
Poi qualcuno ha cominciato a parlare di bisessualità, un termine che qualche anno fa aveva il sapore della novità e della provocazione. E si scoprirono addirittura due relazioni femminili del Re: la bella e spiritosa Marie de Hautefort, che coi suoi sarcasmi metteva paura anche agli agenti del Cardinale Richelieu, che la chiamavano nel loro rapporti “la creatura” e la dolce e pia Mademoiselle De La Fayette. Entrambe damigelle della Regina Anna d’Austria, anzi la seconda era stata fatta nominare da Richelieu, proprio per cercare di staccare il Re dalla Hautefort, troppo pericolosa con le sue battute contro il Cardinale e a favore della Regina. Ma risultò che entrambe erano amicizie platoniche: la La Fayette si fece monaca dopo due anni di servizio a corte, e la Hautefort fu mandata in esilio in provincia da Luigi XIII in persona nel 1639 per aver fatto la spiritosa a proposito del suo favorito del momento, il bel marchese de Cinq- Mars.

Louise de La Fayette

Adesso gli storici parlano apertamente di omossesualità di Luigi XIII e di difficoltà nei rapporti eterosessuali.
Vediamoli allora un po’ da vicino questi favoriti. (Accanto al nome di ciascuno il periodo di durata come favorito)

Quasi tutti sono di piccola nobiltà e fanno parte dell’ambiente della caccia, la grande passione di Luigi XIII; una volta entrati nelle sue grazie, ci penserà poi lui a farli salire ai più alti vertici della nobiltà e delle cariche di Corte o, addirttura, di Stato.

 

 

Charles marquis d’Albert, primo Duca di Luynes (1614/15 – 1621) .  Discende da una famiglia di origine fiorentina, gli Alberti, riparata nel Contado Venassino (la Contea di Avignone, appartenente allo Stato della Chiesa) nel secolo XIV in seguito alle lotte tra guelfi e ghibellini. I malevoli dicono che non è affatto nobile e che il titolo di marchese è una invenzione.E’ nato nel 1578 e quindi ha 23 anni più di Luigi XIII. Li unisce la passione per la caccia quando è ancora in vita Enrico IV, Già nel 1615 viene nominato capitano delle Tuileries e governatore della città di Amboise e del suo castello. Nel 1616 é Gran Falconiere di Francia. Per quanto sia per carattere portato alla mediazione e alla conciliazione è lui per volere del Re che organizza il colpo di stato del 24 aprile 1617 detto coup de majesté e dà ordine al capitano delle guardie De Vitry di uccidere con un colpo di pistola Concino Concini, l’onnipotente favorito della regina Madre Maria de Medici. Maria de Medici viene esiliata nel castello di Blois e la moglie di Concini, Leonora Galigai viene processata per stregoneria, decapitata e bruciata. Il Re dona a Luynes quasi tutti i beni che Maria de Medici aveva fatto avere a Concini. In quell’anno si sposa con Anna de Rohan Montbazon e diventa tenente generale di Normandia. Nel 1620 viene fatto duca e pari  e nel 1621 Connestabile di Francia. Muore di scarlattina il 15 dicembre 1621 mentre è col re a combattere gli Ugonotti in rivolta. A lui e a sua moglie si deve il salvataggio del matrimonio di Luigi XIII  e quindi anche della dinastia dei Borboni. E’ infatti il duca di Luynes che a furia di insistere, richiamandosi agli interessi della dinastia e all’interesse nazionale, riesce a convincere il Re a riprovare a tornare a letto con Anna d’Austria dopo la fallimentare prima notte di nozze. La duchessa de Luynes dal canto suo ha provveduto ad educare Anna alle mode e usanze francesi, facendo allontanare le dame di compagnia spagnole e sostituendole con dame francesi. Rimasta vedova, si risposerà subito col duca di Chevreuse, Come duchessa di Chevreuse sarà una delle grandi amiche di Anna d’Austria e sarà al centro di tutti gli intrighi anche dopo la morte di Luigi XIII.

Luigi XIII e il Duca di Luynes ritratti da frans Pourbus Le Jeune

I due ritratti appaiati mostrano, oltre alla similarità dello sfondo, la posa e l’atteggiamento “regale” del duca che è specchio di quello del re, una cosa assolutamente insolita ed impensabile per un comune mortale, per quanto di alto rango. (Ho insistito su questo favorito per la grande importanza politica che sia lui e sua moglie hanno avuto)

 

Jean de Saint-Bonnet de Toiras (1624) –  E’ stato uno dei grandi uomini d’arme della storia di Francia. A 25 anni diventa luogotenente della venaria reale e poi capitano delle guardie del re. Sebbene Protestante, resta fedele al Re e combatte contro gli Ugonotti. Maresciallo di Francia nel 1630, muore nel 1636 per un colpo di archibugio nei pressi di Milano.

François de Baradas (1625 – 1626) – Di origine borgognona, era uno dei paggi della “Piccola Scuderia”. Luigi XIII se ne invaghì e lo fece primo scudiero della “Piccola Scuderia”, Capitano di Saint-Germain e Luogotenete del Re in Champagne. In capo a sei mesi aveva perso tutto, perché sostituito nel cuore del re da Saint-Simon. Da qui il detto proverbiale:”avere la fortuna di Baradas”. Per convincerlo a dimettersi da primo scudiero gli furono versati centomila scudi.

Claude de Rouvroy de Saint.Simon (1626 – 1636) – Nato nel 1607 da antica piccola nobiltà rovinata dalle guerre di religione, è il padre del grande memorialista Louis. Entrato come paggio della “PIccola Scuderia”, viene notato da Luigi XIII, di cui diventa subito intimo.

Claude de Rouvroy de Saint-Simon

Secondo le malelingue, piacque al Re perché non sputazzava nel corno da caccia. Segue il Re in tutte le sue campagne. Diventa Primo Scudiero della Piccola Scuderia, col titolo di Monsieur Le Prémier e poi Primo Gentiluomo di Camera del Re.Nel 1630 diventa Governatore di Blaye e dei castelli di Versailles e di Saint-Germain. Nel 1635 viene creato duca e pari di Francia e Cavaliere dell’Ordine di Santo Spirito. Nel 1636 cade in disgrazia per aver preso le difese dello zio, il barone di Saint-Leger, accusato di aver consegnato al nemico una piazzaforte senza resistenza adeguata

 

 

 

Henri Coiffier de Ruzé d’Effiat, Marquis de Cinq-Mars  (1639 –  1642) –  Nato nel 1620 dal maresciallo d’Effiat, grande amico di Richelieu, a 12 anni diventa figlioccio di questo ultimo in seguito alla morte del padre. A 19 anni il Cardinale lo presenta al Re con la precisa speranza che se lo porti a letto. E così è, perchè il Re perde la testa per lui. E se Saint-Simon era stato il cane fedele, Cinq-Mars è il giovane padrone con sempre nuove pretese. Lui vuole orge, vuole donne, non gli bastano gli incontri a tu per tu col Re. E durante le orge rivela a sconosciuti particolari piccanti di quello che avviene tra lui e il Re. Ad un certo punto non gli bastano più neanche le alte cariche di cui lo ha investito luigi XIII. Vuole una sistemazione di alto rango, vuole nientemeno sposare Maria di Gonzaga-Nevers.Richelieu cerca di farlo ragionare; non può sposare una donna più vecchia di dieci anni di lui, soprattutto non può lui aspirare ad un matrimonio di così alto rango. I due si impuntano e ne fanno una questione d’onore e di principio, Nessuno dei due vuole cedere, e Richelieu, come al solito comincia a covare vendetta. Dal canto suo Cinq-Mars va a cercar appoggi tra i fuoriusciti e si mette in contatto con François de Thou e Gastone d’Orleans e gli emissari spagnoli. Il piano prevede la eliminazione o almeno l’arresto di Richelieu, la firma della pace con la Spagna e l’ammasso di 18.000 spagnoli su Sedan pronti ad intervenire in aiuto dei congiurati. Una lettera di questi ultimi viene intercettata dagli agenti di Richelieu, che ha messo spie anche sotto il suo stesso letto. Traditi nella loro fiducia di amante e padrino il re e Richelieu fanno arrestare i congiurati a Narbona e li fanno decapitare nella piazza di Lione. E’ questa l’ultima grande congiura contro Richelieu prima della sua morte nle 1542.

E tutti gli altri di cui non ci è rimasta traccia?

Sappiamo dalle note del medico personale che i veri amanti non erano quelli sopra elencati, quelli veri scaldavano il suo letto tutte le notti, Erano stallieri, valletti, i gendarmi di guardia alla sua camera da letto. Con uno di questi gendarmi aveva instaurato un gioco di tipo sadomaso del tipo il poliziotto e il prigioniero. Quando sapeva che quel gendarme era di turno, Luigi, anzichè andare a letto, lo aspettava alla porta. il gendarme arrivava e gli chiedeva bruscamente cosa facesse lì in piedi e lo spintonava fino al letto, lo buttava sul letto e poi accadeva quel che doveva accadere…

V’è da chiedersi quando mai questo Re abbia avuto il tempo di far fare quattro aborti e due figli alla regina Anna d’Austria sua moglie. Soprattutto tenedo presente i rapporti non rosei esistiti tra i due.

Rapporti che diventavano estremamente tesi quando Richelieu ci metteva lo zampino e tirava fuori la partecipazione o almeno il coinvolgimento di Anna in questa o quella congiura e soprattutto quando il Cardinale rivelò la corrispondenza della Regina non solo familiare col fratello Filippo IV, ma anche con l’ambasciatore spagnolo e col governatore spagnolo dei Paesi Bassi, nel bel mezzo della guerra dei trenta anni e della guerra tra Francia e Spagna. Di fronte a queste rivelazioni, Luigi XIII per l’ennesima volta cambiò il personale di servizio della moglie e stabilì che non doveva mai essere lasciata da sola, E tuttavia non volle mai che il nome della moglie venisse fatto, che ne saltasse fuori la minima forma di scandalo che la coinvolgesse.

(Qualcuno insinuò che tutto l’astio di Richelieu nei confronti della regina dipendeva da un rifiuto di lei di fronte alle sue profferte d’amore. Forse è solo una diceria, è certo però che un po’ di astioso accanimento da parte del Cardinale ci fu, e si sa quanto astiosamente vendicativo fosse Monsignor Cardinale)

Io penso che Luigi XIII non potesse fare a meno di provare un minimo di affetto e gratitudine per l’unica donna con cui riusciva ad avere un rapporto sessuale e che con quattro aborti, di cui uno provocato da una mala caduta giù per le scale durante un gioco, stava dimostrandogli di essere in grado di potergli dare il sospirato erede.

NOTA: testo dell’Air de Cour sopra riportata:

Je suis bon garçon/je n’y pense en nul mal/En me revenant de Saint Nicolas,/ ni rencontrai personne qui me salua.// Ni rencontray personne qui me salua/ fors qu’une bonne femme,/ monsieur Dieu vous gard./ Je suis bon garçon.// Fors qu’une bonne femme,/ monsieur Dieu vous gard./ Luy demanday sa fille. monsieur la voyla. Je suis bon garçon.//  Luy demanday sa fille/ monsieur la voyla/ Elle est un peu jeunette monsieur choyés-la/ Je suis bon garçon.