Non vi ho ancora mai parlato di Pennabilli, ridente paesino sull’Appennino romagnolo, una sorta di luogo incantato dove sulle pareti delle case si possono trovare decorazioni come queste:
e dove si trova l’orto dei frutti dimenticati:
Si apre il portone di legno e si entra nel Rifugio delle Madonne abbandonate:
e da quello si accede all’orto in cui son coltivate piante da frutto non più in uso, come l’azzeruolo, il biricoccolo, il giuggiolo, il corniolo e molti altri ancora:
Come vedete, l’orto ospita anche una ricca scelta di casette per gli uccelli:
Ma non ci sono soltanto piante e casette per gli uccelli, in quest’angolo di pace e di bellezza, perché al suo interno trovano posto anche la Celletta delle lumache, dedicata al regista russo Tarkovskji:
la fontana ‘La voce della foglia’:
e il Gelso della Pace messo a dimora nel 1994 dal Dalai Lama durante la sua visita in quel di Pennabilli per visitare i luoghi natali di padre Orazio Olivieri (il missionario cappuccino che nel Diciottesimo secolo fondò una missione in Tibet):
Eppoi c’è l’antico lavatoio pubblico, decorato con targhe che riportano la descrizione dei mesi fatta da Tonino Guerra, che a Pennabilli trascorse buona parte della sua vita:
(maggio, che è il mese dell’Ape, è descritto come ‘I petali di rosa che ridono’); e c’è anche la Meridiana dell’Incontro, in cui nel pomeriggio l’ombra di due colombi si trasforma nei profili di Federico Fellini e Giulietta Masina:
e c’è anche, e forse è la cosa più bella di tutte, e comunque quella che mi è piaciuta di più, l’Arco delle favole per gli occhi dell’infanzia: