Forum: il bene e il male dell’Unione Europea

Lo scenario delle Elezioni Europee alle porte, invece di concentrarsi sulle future iniziative promosse dal Parlamento, rischia (leggi: è già così) di essere invece una sorta di guerra tra eurofan ed euroscettici. E questa, con le dovute differenze, è una contrapposizione che trova piede in tutte le nazioni del vecchio continente.

Indubbiamente la UE genera meno entusiasmo rispetto a qualche tempo fa. E probabilmente ci sono delle buone ragioni. I benefici dell’appartenenza all’Unione non vengono percepiti da molte persone, specie coloro che versano in difficoltà economiche e che fisiologicamente tendono a trovare colpevoli assortiti (Germania, banche, Euro, ecc). Tuttavia le ricette su come l’UE dovrebbe evolvere sono assai differenziate: più o meno si passa da “Stati Uniti d’Europa” a “Distruggiamo l’UE” con in mezzo tutte le sfumature possibili che toccano gli aspetti economici, fiscali, giudiziari, culturali e naturalmente umani (vedasi ad esempio alla voce “migranti”).

La narrazione usuale sui media è inoltre avvilente: la stampa fa leggere quello che la gente vuole sentire, distorcendo, selezionando, enfatizzando le notizie che ritiene possano interessare i lettori di una certa fazione, confondendo chi vorrebbe farsi le idee chiare. La solita polarizzazione che va a braccetto con la semplificazione.

La conseguenza è l’ignoranza: quanti italiani sanno come funziona davvero l’UE? Quanti sanno, ad esempio, che la tratta della metro (la superstrada, la bonifica, il museo) che utilizzano ogni giorno sono resi possibili da finanziamenti dell’Unione (e che in molti casi non vengono spesi per assoluta incapacità di gestione da parte del nostrano apparato burocratico)? La Commissione Europea ha creato un documento interessante, che riporta molte ragioni per cui l’UE ha il suo perché. Probabilmente lo avranno letto in 15.

Arte pubblica a Dublino (The European Union is about to Explode) – Foto: William Murphy/Streets Of Dublin/CC

Molti ritengono che non ci sia un adeguato spirito di appartenenza ad una cosa chiamata “Europa”. Come tempo fa si discuteva, nessuno alla domanda “da dove vieni?” risponderebbe “dall’Europa”. Il punto però è che non è una di quelle cose che cambiano dall’oggi al domani. Un tempo si diceva “fatta l’Italia, bisogna fare gli Italiani” (attribuita a M. d’Azeglio). Qui l’Europa è ancora da fare, figuriamoci gli Europei. Ma il punto fondamentale è se si possa credere al concetto, o si rimarrà per sempre al “noi siamo diversi da loro, non funzionerà mai”.

Certo, è una montagna da scalare. E non aiuta quando, ad esempio, il parlamento europeo si riunisce alternando su due sedi (Bruxelles e Strasburgo) raddoppiandone i costi di funzionamento. O quando le politiche fiscali di un paese sono più accomodanti di altre, consentendo a multinazionali di risparmiare sulle tasse.

Si, di difetti ce ne sono parecchi. E per avere una percezione migliore dell’Unione bisogna che ci sia la volontà di indirizzarli, non basta decantarne i pregi. Il problema è che le forze europeistiche (specie quelle di casa nostra) non pare stiano facendo nessuna delle due cose.

Cari lettori, come la vedete? Come impostereste una campagna pro-europeista? Quali sono le cose buone dell’UE da ricordare sempre e comunque? Come indirizzereste i problemi cronici dell’UE?