“ Non uccidere “

Johannes Matthaeus  Koelz, pittore espressionista tedesco, nasce in Bavaria nel 1895.

Questa è la breve storia della sua opera, il trittico intitolato Non uccidere.

Koelz, promettente studente all’Accademia dell’Arte di Monaco, ha gli studi interrotti dall’avvento della Prima Guerra Mondiale.

Quando il fratello muore in azione nel 1914, Koelz si arruola nel battaglione di fanteria di Monaco. Gli viene assegnata a Verdun nel 1916, la Croce di Ferro al valore,  per i suoi atti di coraggio, incluso quello di salvare un altro soldato ferito nel mezzo di una violenta battaglia a fuoco.

Alla fine della guerra riprende i suoi studi all’Accademia, ma part time, avendo adesso messo su famiglia e lavorando come poliziotto nel Landswer.

Ritratto

Tra il 1930-1937 dipinge il trittico “ Non uccidere “. Lavora su i tre pannelli in segreto. Solo la famiglia e pochi amici sanno cosa sta preparando tra il suo cottage di campagna e atelier vicino a Monaco.

Il trittico segue le regole delle opere religiose medievali: Cristo crocefisso al centro, i santi ai lati.

Koelz ne modifica il concetto, creando un opera contro il fascismo e la guerra. Nel centro, al posto di Cristo, mette un soldato tedesco con la maschera a gas. Ai fianchi soldati che pregano. A sinistra i tedeschi, a destra quelli delle truppe alleate. In alto i sacerdoti che benedicono le loro armi da guerra.

Nel creare quest’opera Koelz rischia l’arresto.

Ma il massacro di cui è stato testimone in prima persona nelle trincee della Grande Guerra ha trasformato l’artista e segnato il suo pacifismo fino alla fine della sua vita.
Nel 1937, insieme alla sua famiglia, è costretto a scappare dalla Germania per     “ propaganda pacifista “. Pari a alto tradimento. L’ufficiale incaricato al suo arresto, incredibilmente, è il soldato che Johannes Koelz salvò nel 1916.  Questo lo avverte e gli offre 48 ore di tempo per preparare la fuga.

Il trittico viene tagliato a pezzi e nascosto tra i pochi bagagli. Koelz e la famiglia arrivano in Gran Bretagna nel 1939.

L’artista muore nel 1971 e solo anni dopo la figlia, Ada Farrington, riesce a trovarne 6 frammenti.

4 furono donati nel 1988 al City Museums Services, Leicester, dove il trittico è oggi in esibizione e i pezzi mancanti riprodotti dalla fotografia della completa opera originale.

Fonti:  https://www.germanexpressionismleicester.org/leicesters-collection/artists-and-artworks/johannes-matthaeus-koelz/

Neil McGregor: The Museums that make us. BBC Radio4 Leicester.